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Non profit contro il prossimo shutdown

Lo scorso 28 novembre il popolo svizzero ha detto sì alla Legge Covid-19, per la seconda volta. Infatti, già in primavera nelle “3G” (“geimpft, getestet, genesen”: persone vaccinate, testate, guarite) si era riposta grande speranza per trovare una via d’uscita dalla pandemia. Ora però è chiaro che, mentre siamo ancora e pienamente confrontati con il coronavirus, potrebbe rivelarsi utile un’ulteriore G, quella di “gemeinnützig”, ovvero non profit: nel dibattito sul coronavirus, che ci ha diviso come raramente prima d’ora, la parola d’ordine dovrebbe essere pubblica utilità.

Ricordo che proprio in questi giorni è messo in discussione il fatto che la Confederazione conceda l’esenzione fiscale alle organizzazioni che perseguono questo obiettivo e che le donazioni possano essere detratte dalle tasse e organizzazioni come Swissaid possano avere un maggiore impatto a favore della comunità.

Infatti, il 9 dicembre, il Consiglio nazionale discuterà se questo margine di manovra debba essere limitato. La mozione Noser chiede che vengano verificati i presupposti dell’esenzione fiscale per tutte le organizzazioni non profit coinvolte in attività politiche. Al consigliere agli Stati Ruedi Noser disturba il fatto che le fondazioni e le associazioni esenti da imposte si impegnino anche nella politica, per esempio sostenendo un’iniziativa. Il Consiglio federale invece ritiene che sia lecito impiegare mezzi politici per raggiungere scopi di utilità pubblica. Se il Consiglio dà il via libera alla mozione, fino a 13’500 fondazioni e 80’000 associazioni dovrebbero essere sottoposte alla verifica. I costi sarebbero immensi e sostenuti da noi contribuenti. Gli interessi personali di un parlamentare ad arginare le voci a favore della pubblica utilità nel processo democratico di formazione delle opinioni non devono prevalere.

Noi di Swissaid apprezziamo il valore di una società civile funzionante. Le possibilità a nostra disposizione nei Paesi in cui operiamo nel Sud del mondo sono enormemente più limitate che in Svizzera. La nostra Nazione può essere fiera dell’approccio aperto e dell’inclusione delle organizzazioni non governative come la nostra nel processo politico. Ma, con la mozione Noser, le richieste di maggiore controllo della libertà di espressione non sono solo in russo, cinese o hindi, ma ormai anche in svizzero-tedesco, francese e italiano.

Rivolgendomi al depositario della mozione Ruedi Noser: come può Swissaid sfamare il suo desiderio di un mondo in cui anche le persone più povere possano nutrirsi in libertà di scelta e in modo sano? Insieme alla popolazione locale si stanno trovando vie d’uscita sostenibili dalla crisi alimentare, ma esse presuppongono anche un cambiamento agro-ecologico nell’agricoltura che favorisca la biodiversità e contrasti il cambiamento climatico. Con tutte e quattro le G speriamo di ritrovare una società a cui il principio di comunità stia veramente a cuore.

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