Il dibattito

Lotta alle mafie: nessuno sconto

Tutti i partiti, e tutti i livelli istituzionali hanno dato un solo messaggio: in Svizzera certe cose non siamo disposti a tollerarle!

In questi giorni si è finalmente, quasi, risolta la penosa questione legata al Procuratore Generale della Confederazione. Dico quasi perché Lauber ha pensato bene di far partire un ultimo codazzo di polemiche, andando a rivendicare cinque mesi di ferie apparentemente non godute. Una conclusione che poteva evitarsi per provare ad andarsene con quel minimo di dignità che forse gli era rimasto. Così non è, ma penso sia inutile soffermarsi sul passato e sia invece necessario guardare piuttosto al futuro. Sì perché la cronaca recente ci ha confermato che le mafie in Svizzera sono una realtà presente e diffusa. Magari non sparano e non fanno rumore come in altri paesi, ma restano un fenomeno da combattere, con forza e determinazione, su ogni fronte. In questo contesto il Ministero pubblico della Confederazione ha un ruolo fondamentale essendo l’autorità penale incaricata di perseguire questi reati in tutto il territorio nazionale Per raggiungere questo obiettivo ci sono tre punti fondamentali: il quadro legale, le persone e la presenza sul territorio. A noi come legislatori il compito di creare gli strumenti giuridici per agire. Un campo nel quale la Svizzera ha ancora molto da imparare da paesi, come l’Italia, che hanno dovuto sviluppare dei meccanismi di lotta a questo fenomeno molto prima di noi. In questo senso si sta agendo e si sta andando nella giusta direzione creando i presupposti per condurre le inchieste e aumentando considerevolmente le pene legate a questi reati. Poi bisognerà trovare la persona giusta a capo del Ministero Pubblico, qualcuno che forse presti meno attenzione alla sua immagine (ed eviti incontri inopportuni) e che abbia decisamente più chiaro quale sia il suo compito. E da ultimo bisognerà interrogarsi sulla presenza di questa struttura sul territorio, infatti anche se si è capito che non è qualcosa che riguarda solo il Ticino è vero anche che la porta di entrata per molti si trova a sud delle alpi. Andrà quindi rivista la sua presenza nel nostro Cantone, come giustamente è stato ribadito più volte sia da membri del Gran Consiglio ma anche da colleghi alle Camere federali. Tutti i partiti, e tutti i livelli istituzionali hanno dato un solo messaggio: in Svizzera certe cose non siamo disposti a tollerarle. E questo penso sia l’aspetto imprescindibile per portare avanti una lotta, quella alle mafie, che deve coinvolgere tutta la società.

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