Il dibattito

Mendrisiotto: sono tornate le cicale

Meditate gente, perché tutte queste piccole cose portano alla scomparsa di insetti, poi anche il cambiamento climatico è foriero di cattive notizie per la flora e la fauna nostrana.

26 luglio 2020
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Quando il sole volge al desio, mi apparto sulla mia terrazza ad ascoltare il canto delle cicale. Quest’anno è molto caldo, ed i refoli di brezza che spirano dal monte Bisbino riescono a malapena raggiugere la piana. Il loro canto significa che l’estate è nel pieno della sua maturità e porta seco gioia e voglia di vivere. Vi sono stati degli anni dove era raro udire il canto delle cicale, soprattutto nelle estate piovose e fresche. Il canto delle cicale è prodotto da una specie di tamburo munito di una membrana elastica, tesa, collocata alla base dell’addome, del maschio. Nel Mendrisiotto si dice: “ lè migna istaa se canta mia la cicala “ che tradotto vuol dire non è estate senza il canto delle cicale.

È veramente peccato se questi insetti dovessero scomparire. Quando andate a passeggiare con i vostri figli fate sentire il canto delle cicale e spiegate che ne Mendrisiotto le cicale tornano ogni estate e annunciano il momento più bello di tutto l’anno con i loro canti ininterrotti ma piacevoli. Se non fossero tornate con questa calura che avviluppa il nostro distretto ci sarebbe di che preoccuparsi. Ma sulla mia terrazza stanno già arrivando le ombre della sera, ed un altro insetto si fa vivo: il grillo. Peccato che sono sempre di meno i grilli alle nostre latitudini. Colpa della cementificazione sempre più crescente che ruba gli spazi alla natura.

Meditate gente, perché tutte queste piccole cose portano alla scomparsa di insetti, poi anche il cambiamento climatico è foriero di cattive notizie per la flora e la fauna nostrana. Pensiamoci e tutti assieme facciamoci sentire affinché chi ci governa capisca che è ora d’agire in fretta.

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