Il dibattito

La società del rischio

Abbiamo bisogno di un servizio pubblico sano, capillare, tecnologicamente avanzato, pronto ad ogni intervento

La terribile situazione in cui versa oggi il mondo intero è la denuncia più chiara dell’inefficienza delle politiche neoliberali. Una miopia imposta dal mantra del meno stato che ha smantellato diversi settori, tra cui la sanità pubblica: i dati della vicina penisola testimoniano di 46'500 unità in meno nel personale sanitario in meno dal 2009 al 2017, in 35 anni si è passati da 535'000 a 215'000 posti letto, nel 1997 i posti letto acuti erano 5,75 per 1000 abitanti diminuiti oggi a 2,6 per 1000 abitanti. Per il Canton Ticino sappiamo che eravamo a 1,66 letti in cure intense prima della crisi e grazie anche all’incredibile operazione svoltasi in pochi giorni presso l’ospedale La Carità passato da 8 a 45 letti di cure intense (un aumento del 560%) si raggiungeranno i 2,83 letti/10'000 abitanti. Un tale sforzo si è realizzato solo grazie all’investimento statale. Se si fosse realizzato l’auspicato ospedale cantonale unico, non sarebbe stato chiaramente possibile designare delle strutture dell’EOC da Coronavirus tra cui anche l’Ospedale di Faido, che sembrava ormai destinato allo smantellamento. Un sistema decentralizzato che serva le zone periferiche è più resiliente: dobbiamo ripensare la pianificazione ospedaliera!

I tagli della spesa pubblica, allo scopo di darsi vigorose pacche sulle spalle una volta raggiunto il pareggio di bilancio, hanno ora esposto la popolazione ad un rischio evitabile. Evitabile perché nei confronti di un mondo globalizzato ogni governo deve mettere in agenda il rischio pandemia e a questo proposito deve essere preparato con adeguate strutture, attrezzature e personale medico e infermieristico. Ci troviamo invece confrontati con una società basata sulla probabilità che simili situazioni non si avverino o si avverino raramente, per cui si agisce a corto termine, amministrando il presente, laddove si realizza un profitto immediato.

L’auspicio dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico è che si possa superare questo stato di necessità con il minor dispendio di vite umane e che si tragga una lezione importante: abbiamo bisogno di un servizio pubblico sano, capillare, tecnologicamente avanzato, pronto ad ogni intervento. Non è solo il caso della salute pubblica bensì vediamo oggi quanto è fondamentale la Posta che su tutto il territorio continua a lavorare per dare alla popolazione una parvenza di normalità. Allo stesso modo gli impiegati di AET s’impegnano a garantire l’approvvigionamento elettrico che le attrezzature mediche hanno bisogno. Swisscom e la RSI permettono l’accesso all’informazione e la comunicazione tra la popolazione. Oggi più che mai ci accorgiamo che questi settori strategici devono poter essere gestiti dalla mano pubblica.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE