La testimonianza

Il virus di cui non dico il nome

Non dico che non bisogna essere preoccupati, ma questa minaccia si potrebbe trasformare in opportunità

(Ti-Press.ch)
26 marzo 2020
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Potrei stare qua a elencare tutto quello che sta succedendo, come piccola introduzione alla mia testimonianza, ma non lo farò. Ho pure pensato di introdurre il tema descrivendo qualche filosofia che può lontanamente spiegare quello che ci circonda, ma non farò neanche questo. La gente non ha più voglia di parlarne. Ne di leggere o di ascoltare, qualsiasi cosa che parli della situazione attuale nel mondo. Penso che sia la paura che ci fa tenere aggiornati continuamente a quello che realmente sta succedendo. Ma perché per una volta, non ci fermiamo e guardiamo il lato positivo? “Quale lato positivo?” alcuni di voi si chiederanno. Non sono una scienziata, né una politica, né niente del genere. Quello che sono è una persona come un’altra, che prova a vedere oltre la sofferenza.

Sto passando sempre più tempo a casa e sto riflettendo molto. In tutto questo, quello che ho potuto fare è conoscere meglio il mio ragazzo, poter passare sempre più tempo insieme, e non mi dispiace affatto. Mi sento sempre più innamorata e scopro ogni giorno qualcosa di nuovo e bello sulla nostra relazione. Ho tempo di preparare sorprese, piccoli gesti che fanno stare bene l’altro: tutto ciò non avevo il tempo di farlo prima. Sto cucinando tante nuove ricette, ho riscoperto una passione per la cucina! Dato che il tempo non mi manca, lo passo a cucinare e inventarmi sempre qualcosa di nuovo. Cerco ricette in internet o nei miei vecchi quaderni scritti a mano. Passo anche una o due ore a preparare pranzi, cene o dolci.

Non vedo più i miei genitori e i miei fratelli, ma li sento per telefono tutti i giorni. Il nostro amore l’uno per l’altro è più spiccato che mai, legato dal fatto che ho un padre del ’54 con una malattia muscolare. Tutti vogliamo il meglio per lui e la paura che qualcosa possa accadergli ci ha uniti ancora di più. Sto avendo più tempo per incrementare la mia passione, ovvero il cucito. Le mie mattinate si circondano di stoffe, macchine da cucire, forbici, aghi e fili. Stupendo. Lascio andare la mia creatività e ci metto dentro qualche mascherina per essere protetta quando esco a fare la spesa.

Non mi piango addosso, né mi lascio trasportare da questa paura generale che dal mio punto di vista è contagiosa. Cerco solo di vivere al meglio in questa catastrofe, che trovo sia il miglior modo di vivere la situazione. Non dico che non bisogna essere preoccupati o che bisogna prendere la situazione sottogamba, ma semplicemente trovo che questa minaccia si possa trasformare in opportunità.

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