I dibattiti

'Attenti ragazzi: non siete immuni!'

(Ti-Press)
20 marzo 2020
|

Cari giovani, cari giovanissimi: tutti noi abbiamo apprezzato nelle ultime settimane e mesi il vostro impegno per la difesa dell’ambiente, del nostro creato. Avete dimostrato a noi tutti la vostra sensibilità, la vostra maturità, il vostro coinvolgimento per il futuro del nostro pianeta. Il nostro mondo è abitato da donne e uomini, giovani e vecchi. Per la difesa dell’ambiente ci avete ricordato che tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo essere eroi. Il mio auspicio è che anche in questa occasione, ognuno di voi si dimostri responsabile per se stesso e per la comunità in cui vive. Tutti i dati e le evidenze convergono a dimostrare il ruolo determinante che potete giocare nel contenimento della rapida diffusione dell’infezione da Coronavirus. Vi prego di non sottovalutare questa epidemia, che è entrata in modo importante nel nostro cantone. Di fronte a questa emergenza, facciamoci trovare tutti al nostro posto. Giochiamo tutti il nostro ruolo, evitando di sottovalutare o addirittura rifiutare le direttive emanate dalle autorità sanitarie cantonali e federali. E non chiamatevi fuori soltanto in ragione della vostra verde età.

Gli studi condotti in Cina e le statistiche Ufsp

Dallo scoppio dell’epidemia di coronavirus continuano a rassicurarci con il mantra che i giovani siano immuni al contagio e che le fasce vulnerabili, a rischio di complicazioni pratiche, comprendano solo gli over 65enni e i malati affetti da patologie croniche o acute. Il Coronavirus ci ha colpito come uno schiaffo violento per la velocità della sua diffusione e ci lascia disorientati, per cui è difficile fare previsioni o pontificare facili soluzioni. Per ritrovare la bussola su ciò che ci si sta abbattendo addosso, bisogna necessariamente rivolgersi alla Cina, dove il contagio si è propagato per primo e dove si sono potuti compiere gli studi più avanzati.

Un articolo apparso a fine gennaio sull’autorevole rivista scientifica The Lancet, sfata molti dei miti che sono stati diffusi dai media in questi ultimi concitati giorni. L’analisi della situazione dei pazienti ricoverati degli Ospedali dell’area di Wuhan, dimostra ampiamente che circa il 30% dei pazienti della fascia dai 25 ai 50 anni ha necessitato di non meno di tre settimane di cure intensive. Da mie informazioni, in Lombardia sono ricoverate in terapia intensiva 1’006 persone su 13.938 ricoverati per il COVID-19. Tra questi troviamo, appunto, parecchi giovani. Ormai il contagio si è talmente diffuso in Svizzera, da potere trarre le  prime statistiche anche sui casi nostrani: ahimè, la tendenza evidenziata negli studi cinesi è ampiamente confermata dalla statistica dell’Ufficio Federale
della Sanità pubblica.


Ufficio Federale della Sanità pubblica “Maladie à coronavirus 2019 (COVID-19) Rapport sur la situation epidémiologique en Suisse et dans la Principauté de Liechtenstein”, aggiornamento del 20 marzo

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE