Estero

Cina produce il 70% dei nuovi farmaci antitumorali e degli anticorpi bispecifici

Il presidente eletto di Esmo avverte che la produzione cinese prevalente mette a rischio competitività e innovazione in Europa e chiede incentivi alla ricerca

18 ottobre 2025
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Il 70% dei farmaci antitumorali di nuova generazione come gli anticorpi farmaco-coniugati, in grado di veicolare la chemioterapia direttamente all'interno delle cellule cancerose garantendo maggiore efficacia e meno effetti collaterali, è prodotto in Cina, così come il 70% degli anticorpi bispecifici che rappresentano una classe innovativa di farmaci immunoterapici.

La Cina si sta cioè imponendo sempre di più nel campo della ricerca oncologica e questo "mette a rischio la competitività e l'innovazione in Europa". A puntare i riflettori sul fenomeno è il presidente eletto della Società europea di oncologia medica (Esmo), Giuseppe Curigliano, che, a margine del congresso Esmo in corso a Berlino con circa 35mila partecipanti, sottolinea l'urgenza e la necessità di incentivare la ricerca in Europa.

"Ciò che noi pensiamo essere farmaci creati in Occidente - afferma Curigliano - sono in realtà farmaci che vengono dall'Asia. La Cina rappresenta la nuova potenza industriale nella produzione di nuovi farmaci, perché la maggior parte dei farmaci che utilizziamo nel mondo occidentale sono stati concepiti e brevettati in quel Paese. Questo significa che la Cina si sta posizionando come primo Paese al mondo nell'arruolamento dei pazienti".