medio oriente

Saed muore in Italia e il padre viene liberato a Gaza

13 ottobre 2025
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Saed ce l'aveva fatta ad uscire dall'inferno di Gaza. L'inferno però non ha lasciato lui. Palestinese di Gaza, piccolissimo, Saed era uno dei bambini trasferiti dalla Striscia in Italia per essere curati. A lui in sorte è toccato un tumore gravissimo, di quelli che a Gaza non si affrontano nemmeno. Nonostante le cure avanzate e l'assistenza amorevole al Policlinico Umberto I, Saed è morto questa mattina.

Un destino ancora più amaro vuole che la sua morte sia avvenuta proprio mentre nell'ambito della negoziazione per il rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas, Israele ha a sua volta rilasciato più di 1700 detenuti, tra i quali suo padre. Saed non saprà mai che suo padre è stato liberato e anche il padre, mentre usciva dalle prigioni israeliani non era a conoscenza che il figlio malato, era arrivato fino in Italia accompagnato dalla madre. I due non potranno più riabbracciarsi. A diffondere oggi la notizia della scomparsa di Saed è stato padre Ibrahim Faltas, direttore delle scuole di Terra Santa, dalle pagine dell'Osservatore romano. "La gioia per l'accordo di pace - ha scritto - è stata offuscata dalla morte di Saed, un bambino di Gaza fra i primi ad arrivare in Italia per essere curato a Roma, al Policlinico Umberto I. Saed era stato colpito da una forma di tumore molto grave e a Gaza non avrebbe avuto nessuna speranza di guarigione, non avrebbe avuto nessun sollievo dalle sue sofferenze". "Sono stato più volte a trovare Saed in ospedale - ricorda -, giocava con me, mi teneva la mano, la stringeva e sentivo la sua forza e la sua voglia di guarire, di vivere. Ho visto i medici e il personale sanitario del Policlinico Umberto I prodigarsi in ogni modo per aiutare Saed a guarire, ho sentito la loro umanità che dava cure e affetto al piccolo paziente e alla sua mamma, lontani dall'amore della famiglia rimasta a Gaza".

"In questi due anni ho visitato spesso i bambini ammalati di Gaza ricoverati negli ospedali pediatrici italiani. Ho accolto a Ciampino i primi bambini a fine gennaio 2024, pochi mesi dopo l'inizio della tragedia che ha colpito tutti in Terra Santa. Tanti altri bambini bisognosi di cure, accompagnati da uno dei genitori o da parenti vicini hanno trovato in Italia il calore umano e l'aiuto alla loro sofferenza. Tanti bambini - continua - sono guariti grazie alle grandi competenze degli specialisti italiani" e poi "hanno trovato accoglienza, disponibilità e affetto grazie ad associazioni e a istituzioni italiane".