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Giappone, allarme orsi, nuove regole su misure autodifesa

12 ottobre 2025
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I crescenti attacchi da parte degli orsi in Giappone spingono il governo ad aggiornare le normative sugli "abbattimenti d'emergenza" intorno alle aree urbane, nel tentativo di contenere il rischio di aggressione per i residenti. Con sempre meno cacciatori disponibili, tuttavia, dicono gli esperti, risulta difficile garantire la sicurezza sul territorio.

Secondo i dati più recenti del ministero dell'Ambiente, dall'aprile di quest'anno si è registrato un numero record di attacchi e danni provocati dai mammiferi agli uomini soprattutto nel nord del Paese, con sei vittime accertate, eguagliando il tragico primato stabilito tra aprile 2023 e marzo 2024. E il bilancio è destinato a peggiorare, con il numero di incontri nelle zone residenziali in netto aumento rispetto agli anni precedenti. A settembre, la città di Sapporo, nella regione settentrionale dell'Hokkaido, ha segnalato 71 avvistamenti di orsi bruni o tracce della loro presenza, cinque volte il dato registrato nello stesso mese del 2024, e il più alto nell'ultimo decennio. Alla base del fenomeno, dicono gli esperti, ci sono il declino delle comunità rurali e l'abbandono dei terreni agricoli, che un tempo fungevano da zone cuscinetto tra la natura selvaggia e i centri abitati. Campi incolti e aree spopolate e buie di notte offrono agli orsi spazi liberi per muoversi e nutrirsi indisturbati. Anche i cambiamenti climatici, che alterano la disponibilità di cibo, sembrano avere un ruolo.

Ma mentre l'habitat degli orsi si espande, il numero di cacciatori esperti è in costante calo. Sempre secondo i dati ministeriali, i titolari di licenza di caccia di primo livello, necessaria per l'uso di armi da fuoco con proiettili, erano 500.000 nel 1976; oggi, sono scesi a meno di 100.000. La recente riforma della legge sulla protezione della fauna selvatica, entrata in vigore a settembre, consente alle autorità locali di autorizzare l'abbattimento di orsi in zone abitate. Prima della modifica, era necessaria l'approvazione della polizia.

Una misura che, se da un lato accelera l'intervento alla difesa, dall'altro solleva preoccupazioni sulla sicurezza, avvertono gli studiosi: i cacciatori abituati a muoversi tra i boschi potrebbero non essere pronti a prendere decisioni istantanee in un contesto urbano, dove un colpo sparato male può essere fatale. "Non basta sparare agli orsi per risolvere il problema", ha spiegato al giornale Mainichi Shimbun, Shinsuke Koike, docente all'Università di Agricoltura e Tecnologia di Tokyo, e presidente del Japan Bear Network. Al contrario sono necessarie strategie basate su dati scientifici, tracciamento dei movimenti, prevenzione e informazione al pubblico. "Eliminare il pericolo sul momento non è sufficiente. Serve capire perché gli orsi arrivano nei centri abitati, altrimenti continueranno a farlo". Koike sottolinea anche che pochi Comuni sono attrezzati per gestire autorizzazioni rapide agli abbattimenti e auspica la formazione di personale specializzato e cacciatori assunti localmente, come avviene in alcuni Paesi europei e negli Stati Uniti.