Estero

Israele scarcera decine di terroristi, ma non i Barghouti

10 ottobre 2025
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Nella prima fase dell'intesa tra il movimento islamista Hamas ed Israele, in cambio della liberazione di 20 ostaggi israeliani vivi lo Stato ebraico rilascerà 250 terroristi con lunghe condanne, riporterà a Gaza 1700 detenuti arrestati dopo il 7 ottobre 2023 - di cui 22 minorenni non coinvolti nel massacro - e trasferirà nella Striscia i corpi di 360 terroristi. La pubblicazione dell'elenco, sottolineano vari media israeliani, è stata ritardata a causa di disaccordi su alcuni nomi.

I ministri dello Stato ebraico hanno approvato modifiche e undici nomi sono stati aggiunti all'ultimo momento. Tra i detenuti condannati all'ergastolo ritenuti simboli del terrore, Israele non rilascerà Marwan e Abdallah Barghouti, Abbas al-Sayyid e Ahmad Sa'adat. I corpi di Yahya e Mohammad Sinwar non saranno restituiti, e i membri della Nukhba (un'unità militare di élite) di Hamas coinvolti nel massacro del 7 ottobre 2023 non saranno liberati.

Non è incluso nella lista dei terroristi rilasciati nemmeno Hakim Awad, l'assassino della famiglia Fogel nel 2011, condannato a cinque ergastoli, né Mahmoud Atallah, coinvolto nel caso delle guardie carcerarie sfruttate sessualmente.

Inoltre, non ci saranno rilasci verso la Cisgiordania: solo verso la Striscia di Gaza o espulsioni all'estero: sono già in corso negoziati con diversi Stati. Secondo le stime, Turchia e Qatar accoglieranno la maggior parte dei detenuti scarcerati.

Tra i terroristi inseriti nella lista all'ultimo momento compaiono Mohammad Abu Tbaikh, dell'organizzazione paramilitare palestinese Jihad islamica di Jenin, in Cisgiordania, responsabile di uno degli attacchi più sanguinosi della seconda Intifada: l'attentato suicida all'incrocio di Megiddo del 5 giugno 2002, in cui furono uccise 17 persone e 43 rimasero ferite; Ibrahim Alikam, coinvolto nell'omicidio di Ita Tzur e del figlio dodicenne Efraim nel dicembre 1996 vicino all'insediamento israeliano Beit El, in Cisgiordania; Maher al-Hashlamon, terrorista della Jihad di Hebron (Cisgiordania), responsabile dell'attentato con coltello del novembre 2014 nell'insediamento israeliano in Cisgiordania Alon Shvut, in cui fu assassinata Dalia Lamkus e due persone rimasero ferite; Hussein Rawadra, che nel novembre 2013 accoltellò a morte il soldato Eden Atias, 19 anni, alla stazione centrale di Afula (città in Israele); Ayyham Kamamji, di un villaggio vicino a Jenin, condannato a due ergastoli per il rapimento e l'uccisione di Eliyahu Asheri a Ramallah (Cisgiordania), nel 2021 fu tra i sei evasi dal carcere di Gilboa (Israele); Riyad al-Amour, condannato per la morte di nove israeliani, tra cui l'ufficiale Yehuda Edri, e di tre palestinesi sospettati di collaborare con Israele; Rami Mohammad Mahmoud, responsabile dell'uccisione della poliziotta Galit Arviv, 21 anni, in un attacco nel quartiere Neve Ya'akov a Gerusalemme durante la seconda Intifada; Tariq Adnan, assassino di Aharon Avdian, ucciso nel 2001 mentre faceva la spesa.