Estero

Slitta il voto Ue sulla 'chat control' per la lotta agli abusi su minori

I rappresentanti permanenti dei Ventisette non hanno trovato un accordo sulla proposta danese; il dossier viene rinviato e i lavori proseguiranno a livello tecnico

8 ottobre 2025
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Nuova fumata nera del Consiglio Ue sul regolamento per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui minori. I rappresentanti permanenti dei Ventisette (Coreper) non sono riusciti a trovare un accordo sulla proposta di compromesso avanzata dalla presidenza di turno danese del Consiglio Ue. A quanto si apprende, il dossier, su cui era previsto un primo voto all'ordine del giorno nella prossima riunione dei ministri Ue dell'Interno in programma il 14 ottobre a Lussemburgo, non sarà più in agenda. Il lavoro proseguirà a livello tecnico.

La proposta include un obbligo per le piattaforme di messaggistica come WhatsApp di scansionare anche le comunicazioni private alla ricerca di materiale pedopornografico (CSAM), meccanismo noto come 'chat control'. La Commissione europea aveva presentato la sua proposta nel 2022 nel tentativo di arginare la diffusione di contenuti pedopornografici. Il testo, che ha suscitato diverse polemiche, ha avuto un iter legislativo travagliato. Un primo stop è arrivato dal Parlamento europeo. Nel suo mandato negoziale, l'Eurocamera ha emendato la proposta, eliminando i controlli indiscriminati sulle chat e aprendo alla possibilità di sorvegliare in modo mirato solo specifici individui e gruppi sospetti. I Ventisette, invece, non sono riusciti finora a raggiungere un compromesso, facendo naufragare tutti i tentativi messi in campo.

Da ultimo, la presidenza di turno danese del Consiglio Ue, molto sensibile sul tema, ha avanzato una proposta con misure di salvaguardia, tra cui il solo rilevamento di foto e video, la classificazione dei rischi e il rispetto della crittografia. Forti riserve sono state espresse da un fronte composito di ricercatori, attivisti e Big Tech.

X di Elon Musk ha bollato la proposta come 'pericolosa' e ha fatto appello a Germania e Polonia, tra gli Stati Ue più critici della proposta, a continuare a opporsi per 'evitare la sorveglianza di massa dei propri cittadini da parte dei governi e gravi violazioni della sicurezza degli utenti da parte di soggetti malintenzionati'. Critica anche l'app di messaggistica Signal, che ha parlato di 'fine del diritto alla privacy in Europa' e ha minacciato di fare le valigie dall'Ue se la proposta dovesse essere approvata.