Estero

Ursula von der Leyen tira dritto sui droni, in arrivo le sanzioni

8 ottobre 2025
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Il muro dei droni resta alto nell'agenda di Bruxelles, adattandosi però alle necessità politiche delle varie capitali. Con la necessità dunque di essere buono per tutte le stagioni e le latitudini. "Qui non si tratta solo del nostro confine orientale: abbiamo bisogno di un approccio a 360 gradi", ha dichiarato infatti la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intervenendo all'Eurocamera di Strasburgo. "Questo sistema anti-drone sarà uno scudo per tutta la nostra Unione, compreso il nostro fianco meridionale".

Von der Leyen è tornata a battere il tasto sul concetto di guerra ibrida dicendo chiaramente che è in atto "una campagna deliberata e mirata contro l'Europa" e che l'Europa "deve reagire". Ottobre, in questo senso, sarà un mese da segnare in agenda con il pennarello rosso. La prossima settimana von der Leyen, affiancata dall'alto rappresentante Ue Kaja Kallas, presenterà l'attesa roadmap della Commissione per mettere a terra i progetti considerati prioritari nell'ambito della difesa, che dovrebbe diventare il più possibile comune.

Gattopardescamente, se il sodo resta gli orpelli cambiano, pur di accontentare i soci del club (che, va ricordato, ne possiedono i muri): si era partiti col militaresco RearmEU da 800 miliardi. Dopo le critiche però di Roma e Madrid, la Commissione prima ha partorito il ben più rassicurante programma di prestiti Safe, poi ha rimpacchettato l'intera operazione con il termine 'Prontezza 2030'. Adesso che si appresta a presentare alle capitali la versione definitiva, con i progetti neri su bianco, le cifre, e il cronoprogramma legato agli investimenti, ecco l'ennesima piroetta: l'etichetta sarà "Preserving Peace - Readiness Roadmap 2030".

La lunga volata europea inizia allora mercoledì prossimo con il consiglio Difesa - al termine dell'equipollente ministeriale Nato - così da mettere a punto le virgole, dato che Kallas parteciperà ad entrambi. Il 'Preserving Peace' sarà quindi vivisezionato in ogni modo in vista del vertice Ue del 23 ottobre, in cui i leader - stando ad un alto funzionario europeo - chiederanno di "accelerare il lavoro" - parlando ampiamente a loro stessi dato che la competenza in materia è degli Stati. L'altro tema, connesso, sarà quello dell'uso degli asset russi immobilizzati, dato che i fondi - circa 140 miliardi - fanno gola anche per finanziare gli appalti congiunti Ue-Ucraina. Qui si attende ancora una proposta concreta della Commissione, che però aspetta input più precisi dai 27. Ecco, il 23 si spera che il valzer diventi finalmente un tango.

Nell'immediato, le sanzioni. Il Coreper di oggi c'è tornato sopra e siamo agli sgoccioli. L'integrazione al 19esimo pacchetto proposto dall'EEAS, in cui si varano limitazioni ai viaggi dei diplomatici russi all'interno dell'Ue sull'onda della crisi dei droni, ha sostanzialmente incassato l'ok di tutti, compresa l'Ungheria, e ora si lavora solo alle richieste di Vienna (chiede compensazioni per i danni subiti in Russia dalla sua banca Raiffeisen). Ma la partita non è ancora chiusa anche se i nodi più spinosi sarebbero stati sciolti.

"Per proteggere la pace - ha ammonito il commissario alla Difesa Andrius Kubilius - dobbiamo rafforzare pure la nostra postura istituzionale: o ci prepariamo politicamente a tener testa a Vladimir Putin oppure finiremo per combatterci l'un l'altro ed è una scelta che spetta a ciascuno di noi".