Cambiare attraverso una legge britannica ad hoc l'interpretazione di alcune norme di diritto internazionale - a cominciare da almeno due articoli della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo (Cedu), di cui il Regno Unito è firmatario - per frenare i ricorsi legali contro i provvedimenti governativi di espulsione dei richiedenti asili le cui domande siano state respinte.
È l'impegno assunto stamane dal primo ministro laburista Keir Starmer in un'intervista alla Bbc.
Archiviato il congresso del Labour a Liverpool - dove ieri lo stesso Starmer ha attaccato il trumpiano Nigel Farage e il suo rampante partito Reform Uk, ma non senza tornare a promettere a sua volta rigore sull'immigrazione - il premier ha oggi di fatto rilanciato una polemica già cavalcata dalle destre. Prendendo di mira apertamente la Convenzione europea.
Ha precisato di non voler cancellare l'adesione britannica, ma di essere deciso comunque a introdurre norme interpretative più stringenti sugli articoli 3 e 8 della Cedu, che vietano di esporre chiunque al rischio di torture e tutelano il diritto alla privacy e ai legami familiari. Starmer ha citato il caso di un migrante "illegale brasiliano" accusato di "pedofilia" che a suo dire è riuscito a evitare la deportazione in Brasile ricorrendo alla giustizia britannica sulla base dell'articolo 3 della Convenzione, in quanto nel Paese d'origine avrebbe rischiato di ricevere un trattamento carcerario e sanitario peggiore rispetto all'isola.
Il primo ministro ha poi evocato interventi per limitare l'applicazione anche di altre Convenzioni internazionali, come quelle sulla tortura o sui diritti dell'infanzia: convenzioni che peraltro - secondo quanto ribattono attivisti dei diritti umani ed esponenti di sinistra, accusando sir Keir d'inseguire la retorica di quei partiti che afferma di combattere - sono state richiamate "molto raramente" in casi di ricorsi di migranti.
Controversi interventi legislativi per contrastare gli effetti del diritto internazionale sui provvedimenti anti-immigrazione sono già stati promossi in passato dai governi conservatori britannici, senza particolare efficacia. Tanto che attualmente sia Reform, sia i falchi Tory promettono semmai l'uscita pure e semplice di Londra dalla Cedu.