Estero

Il grido di Zelensky all'Onu, 'non restate in silenzio'

24 settembre 2025
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"Il collasso del diritto internazionale" fa sì che siano le "armi a decidere chi sopravviverà", e l'Ucraina ne è una prova. La spietata analisi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky piomba sull'Assemblea generale dell'Onu, alla quale il leader di Kiev lancia un appello forte e chiaro: "Non restate in silenzio, sosteneteci. Fermare Putin ora è più economico" che contenere una Russia più aggressiva in futuro. Non farlo significa dare a Mosca la possibilità di "espandere" il conflitto.

Forte del ritrovato appoggio americano, di cui si è detto anche lui "un po' sorpreso", Zelensky si è pronunciato in un discorso di ampio respiro, non limitato solo al suo Paese. Ha infatti accennato a Georgia, Moldavia, Palestina e Siria, tutte crisi che mostrano le difficoltà delle istituzioni internazionali, che da decenni ai popoli in guerra offrono solo "dichiarazioni e dichiarazioni". "Non esiste una sola istituzione che possa veramente fermare" un'aggressione, ha detto invitando l'Europa a "non perdere la Moldavia" sotto le interferenze russe.

Gli esempi offerti sono serviti a Zelensky per avvalorare la sua tesi, ovvero che il mondo è alle prese con la "corsa agli armamenti più distruttiva della storia", cui la Russia è responsabile. Fra droni e intelligenza artificiale applicata alle armi servono subito delle regole perché la sicurezza nazionale deve "essere un diritto, non un privilegio per pochi", ha tuonato dal palco. E neanche l'appartenenza un'alleanza militare di lunga data non significa automaticamente essere al sicuro, ha aggiunto in un implicito riferimento alla Nato.

"Gli ucraini sono gente pacifica" che "non ha avuto altra scelta che combattere", ha spiegato ai presenti in aula, descrivendo i forti investimenti del Paese nelle scuole e negli ospedali sottoterra e nella armi per difendersi. "Non abbiamo i grandi missili che ai dittatori piace mostrare nelle parate" ma "costruiamo droni per proteggere il nostro diritto alla vita", ha detto offrendo le armi ucraine "sviluppate e testate contro la Russia" come merce di scambio per quell'appoggio indispensabile di cui il suo Paese ha bisogno. Un sostegno che vede nell'Europa e negli Stati Uniti i due partner essenziali, anche per fare pressione nei confronti di quei Paesi terzi che foraggiano a suon di acquisti di petrolio la macchina da guerra russa.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha chiesto alla Cina, nel corso di un incontro con il premier cinese Li, di usare la sua influenza per "incoraggiare la Russia a sedersi al tavolo dei negoziati". Sul fronte cinese così come su quello indiano, anche Washington può avere un ruolo determinante. "Può aiutarci", ha ammesso Zelensky ai microfoni di Fox dopo aver incassato un appoggio senza precedenti da Trump. Zelensky ha ringraziato pubblicamente all'Onu il presidente statunitense per gli sforzi che sta mettendo in campo. E quasi per 'compiacerlo' ha ricordato il tentato assassinio di Trump, e ha citato l'uccisione di Charlie Kirk e quella della giovane ucraina in metropolitana negli Stati Uniti.

Condannando la Russia per non volere il cessate il fuoco e descrivendo Vladimir Putin come "spaventato" dall'avere un faccia a faccia con lui, Zelensky si è infine rivolto ai leader presenti in aula: "Non restate in silenzio mentre la Russia continua a trascinare questa guerra. Condannatela, unitevi a noi nella difesa del del diritto internazionale. Perché, alla fine, la pace dipende da tutti noi".