Estero

'Donazioni nascoste' a Starmer, accuse al capo del suo staff

24 settembre 2025
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Nuova bufera sul potente quanto controverso Morgan McSweeney, capo dello staff del premier laburista britannico Keir Starmer e già responsabile della sua campagna elettorale.

Stavolta riguarda la vicenda di una presunta donazione da 740.000 sterline messa a disposizione di sir Keir dal think tank Labour Together - punto di riferimento delle correnti laburiste più moderate e pro business finanziato da diversi ricchi uomini d'affari - per sostenerlo nella sua corsa a leader del partito nel 2020.

La vicenda viene rilanciata in prima pagina dal tabloid Daily Mail - e ripresa da molti altri media del Regno - sulla base di nuove rivelazioni. McSwinney aveva a suo tempo negato la donazione, cosa che Downing Street continua a fare.

Ma il Mail è venuto in possesso della copia di una email attribuita a un avvocato del partito che gli raccomanda di ammetterla e di giustificare la mancata dichiarazione pubblica - obbligatoria stando alle leggi elettorali britanniche - come frutto di "un errore amministrativo". Di qui le proteste delle opposizioni e la richiesta formale del Partito conservatore di Kemi Badenoch dell'apertura di un'inchiesta amministrativa da parte degli organi di sorveglianza parlamentari e anche di un'indagine preliminare di polizia.

McSweeney è già stato coinvolto in diversi scandali. Sia in relazione ai suoi legami con Labour Together, che secondo la sinistra laburista avrebbe operato sotto traccia dapprima per boicottare la precedente leadership 'socialista' di Jeremy Corbyn (brandendo fra l'altro contro di lui contestate accuse di antisemitismo) e quindi per sostenere l'ascesa di Starmer; sia, più di recente, per il ruolo chiave a lui accreditato nella nomina politica di lord Peter Mandelson, suo mentore ed ex eminenza grigia del New Labour di Tony Blair, ad ambasciatore negli Usa di Donald Trump.

Nomina che il premier è stato alla fine costretto a revocare sulla scia alla nuova attenzione mediatica dedicata alle ben note frequentazioni passate di Mandelson con il defunto faccendiere pedofilo americano Jeffrey Epstein.