Arresti in sette stati per una truffa sui carburanti gestita dal Primeiro Comando da Capital
Circa 1'400 agenti federali hanno eseguito oltre 350 mandati di arresto e perquisizione in sette stati brasiliani nell'ambito di un'inchiesta su una imponente truffa nel settore dei carburanti e sul relativo riciclaggio di miliardi di euro provenienti dall'attività illecita, gestita dalla più grande organizzazione criminale del Paese, il paulista Primeiro Comando da Capital (PCC).
L'inchiesta, che secondo le autorità fiscali ha provocato una frode tributaria superiore a 7,6 miliardi di reais (circa 1,1 miliardi di franchi), travolge il cuore finanziario del Brasile: 42 obiettivi si concentrano nella zona finanziaria di San Paolo della Faria Lima, tra società, broker e fondi di investimento.
Le indagini indicano che il fulcro dello schema criminale era l'importazione irregolare di metanolo attraverso il porto di Paranaguá (Paraná). La sostanza, deviata dai destinatari ufficiali, veniva trasportata con documenti falsi e usata per adulterare benzina e diesel distribuiti in oltre 300 stazioni di servizio di tutto il paese. Per i consumatori, ciò significava pagare per quantità inferiori o per carburanti fuori dalle specifiche tecniche dell'Agenzia nazionale del petrolio (ANP). Per i criminali, guadagni milionari.
In parallelo, la polizia federale ha lanciato due operazioni collegate: Quasar, che indaga sull'uso di fondi d'investimento per riciclare denaro, e Tank, che ha già bloccato beni per oltre 1 miliardo di reais. Quest'ultima azione mira a smantellare la rete finanziaria che, dal 2019, avrebbe movimentato almeno 23 miliardi di reais (3,4 miliardi di franchi) tramite distributori, holding e istituzioni finanziarie legate al PCC.
Sono almeno 40 i fondi d'investimento, con un patrimonio di circa 30 miliardi di reais (4,5 miliardi di franchi), controllati dal PCC. Tra il 2020 e il 2024, i fondi hanno finanziato l'acquisto di un terminal portuale, quattro fabbriche di etanolo, 1'600 camion cisterna e oltre 100 immobili, tra cui sei fattorie di canna da zucchero. La procura segnala che proprietari di fattorie e distributori sono stati costretti a vendere i loro esercizi al PCC, spesso senza ricevere i pagamenti, e sono stati vittime di incendi dolosi o minacce in caso di reclamo.
Una fintech definita "banca parallela" del PCC ha movimentato da sola 46 miliardi di reais (6,8 miliardi di franchi). I fondi riciclavano denaro anche sostenendo società importatrici nell'acquisto all'estero di prodotti venduti nella rete di 1'000 stazioni di servizio. In quattro anni, i movimenti finanziari dei distributori hanno raggiunto 52 miliardi di reais (7,7 miliardi di franchi).
L'indagine mostra come il narcotraffico stia espandendo i propri interessi oltre i confini della criminalità tradizionale. Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha celebrato i risultati delle tre maxi-operazioni di polizia e magistratura: "la popolazione di tutto il paese ha assistito oggi alla più grande risposta dello Stato brasiliano al crimine organizzato della nostra storia fino a questo momento", ha dichiarato Lula su X, sottolineando la portata delle inchieste che hanno portato alla luce un vasto sistema di riciclaggio che coinvolgeva fintech e fondi di investimento.
"Da domani le fintech saranno equiparate ai grandi istituti bancari in materia di controlli anti-riciclaggio", ha detto da parte sua il ministro delle finanze Fernando Haddad, spiegando che la nuova norma obbligherà le società tecnologiche del settore finanziario a rispettare gli stessi adempimenti delle banche tradizionali.
"Aumenterà il potenziale di vigilanza e si rafforzerà la collaborazione tra agenzia delle entrate e polizia federale per scoprire gli schemi più sofisticati di riciclaggio", usando sistemi di intelligenza artificiale per tracciare le operazioni sospette in modo più rapido e capillare, ha aggiunto Haddad.