Estero

Francia verso una nuova crisi di governo con ripercussioni sui mercati

Melenchon chiede la destituzione di Macron mentre il debito pubblico pesa sulle borse europee

26 agosto 2025
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La Francia sembra avviarsi inesorabilmente verso una nuova crisi di governo, che rischia di aprire scenari peggiori di quelli dell'anno scorso, quando Macron decise di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. Mélenchon chiede "la destituzione" del presidente, i socialisti, ago della bilancia, sembrano aver deciso di staccare la spina a Bayrou.

Il quale non esita ormai ad utilizzare immagini altamente drammatiche: "I francesi si sono risollevati da due guerre mondiali, usciremo anche da questa situazione". Per lui, che Le Monde accusa in prima pagina di essersi impegnato in una "scommessa sbagliata", i deputati "hanno a disposizione 13 giorni" per scegliere fra "il caos" o "la responsabilità".

Il premier ripete di aver scelto la sfida della fiducia in Parlamento soltanto perché costretto dalla difficoltà di far passare il suo piano di sacrifici per il rientro dal "sovraindebitamento" del Paese. Oggi, la prospettiva di una crisi al buio, con l'estrema sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon che chiede le dimissioni di Emmanuel Macron agitando il fantasma della "destituzione", un piano già fallito l'estate scorsa, ha pesato come un macigno non soltanto sulla Borsa di Parigi, che ha perso l'1,70% con i titoli delle banche, che detengono gran parte del debito francese, che sono crollati parallelamente all'impennata dei tassi di interesse.

Il debito pubblico francese rappresenta il 114% del pil, ed è il terzo in ordine di grandezza nella zona euro dopo quelli della Grecia e dell'Italia. Deboli le banche anche alla Borsa di Milano, sulla scia delle francesi, con Piazza Affari che ha chiuso in ribasso dell'1,32%.

Ai minimi di sempre - a 5,8 punti - lo spread tra titoli italiani e obbligazioni di stato francesi: "Scommetto che nelle prossime due settimane pagheremo per il nostro debito più dell'Italia", che fino a poco tempo fa era considerata "il fanalino di coda dell'Unione Europea", ha detto il ministro dell'Economia francese, Eric Lombard. Secondo il quale non bisogna smettere di "lottare" affinché il governo ottenga la fiducia in Parlamento.

L'opposizione al piano del governo di sacrifici per 44 miliardi di euro sembra dilagare di giorno in giorno nell'opinione pubblica e nei "palazzi" della politica. Il paese rischia, due giorni dopo la probabile crisi di governo che scaturirebbe dalla sfiducia l'8 settembre, una paralisi per un "blocco" di tutte le attività, un movimento nato sui social e colto al volo da La France Insoumise e dai partiti di opposizione, con i sindacati al momento nel ruolo di osservatori.

Il tentativo del governo di appellarsi al Partito socialista, unico nella gauche che finora non era schierato contro Bayrou, sembra fallito. E questo nonostante il premier abbia ribadito che i "super ricchi" e coloro che riescono a "ottimizzare" la cartella fiscale, si vedranno richiesto uno "sforzo particolare" nella sua finanziaria.

Senza colpi di scena, il governo cadrà, in uno scenario senza precedenti nella Quinta Repubblica: ha cominciato Macron, con l'"harakiri" dello scioglimento del Parlamento per "un chiarimento", nel giugno 2024, una mossa che si è conclusa con la sconfitta nelle urne e un presidente senza più maggioranza.

Con l'Assemblée Nationale divisa in 3 blocchi, nessuno dei quali dispone di maggioranza assoluta, è durato poco il tentativo dell'ex commissario europeo Michel Barnier. Quello del navigato centrista Bayrou ha resistito sette mesi, ma sembra destinato a non superare l'estate.