Estero

Regno Unito affronta un record di 50.000 migranti in un anno

Cresce il divario tra retorica politica e realtà degli sbarchi illegali attraverso la Manica

12 agosto 2025
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Si allarga nel Regno Unito il fossato fra la retorica e la realtà sulla narrazione della lotta al "traffico di esseri umani". A certificarlo sono gli sbarchi incessanti di migranti "illegali" che attraversano la Manica a bordo delle cosiddette "small boats" degli scafisti, a dispetto di promesse e slogan politici.

Dopo le cifre record emerse nelle scorse settimane sul totale degli arrivi nella prima metà del 2025 - in aumento netto rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti - un'ulteriore soglia psicologica è stata superata questa settimana: quella dei 50'000 "clandestini" approdati sulle rive dell'isola (e censiti) nei 13 mesi trascorsi dal ritorno a Downing Street dei laburisti, in seguito alle elezioni del luglio 2024, sotto la leadership moderata di sir Keir Starmer.

L'indicazione, confermata a quota 50'271 dai dati aggiornati dello stesso ministero dell'Interno (Home Office), rappresenta un'altra tegola per un governo e un primo ministro in crisi di consenso: aggrappati da mesi al richiamo di un rinnovato impegno sulla linea dura post Brexit ai confini, a costo d'inseguire (finora vanamente) i cavalli di battaglia di partiti come Reform UK, formazione britannico-trumpiana guidata da Nigel Farage che negli ultimi sondaggi nazionali sopravanza il Labour addirittura di una decina di punti percentuali. Un impegno accompagnato dalla rivendicazione di una serie di accordi internazionali e di misure repressive interne più rigorose per accelerare i rimpatri, di cui Starmer ha menato vanto ancora ieri sul suo profilo X. Ma che continua a produrre numeri incomparabilmente inferiori rispetto a quelli dei nuovi arrivi.

Intervistata dalla Bbc, la viceministra Jacqui Smith ha ammesso in sostanza lo scarto fra dichiarazioni e fatti concreti, parlando di cifre tuttora "inaccettabili". Ma s'è detta fiduciosa che l'accordo inedito annunciato nel quadro della recente visita di Stato a Londra di Emmanuel Macron per uno schema pilota di respingimenti parziali "uno contro uno" verso la Francia, Paese d'origine dell'ultima tappa delle traversate dei disperati verso le coste inglesi, possa servire da "deterrente".

Le opposizioni di destra insistono invece nella corsa al rilancio di toni e allarmi sempre più accesi accusando il Labour di sir Keir di portare avanti in realtà una "politica della resa ai confini", nascosta dietro i proclami da pugno di ferro. "I piani dei laburisti per sradicare le gang dei trafficanti sono solo slogan, la situazione è peggiorata da quando sono al potere", ha tuonato oggi la leader Tory, Kemi Badenoch. "Il Paese è fuori controllo", ha rincarato Farage, evocando legami fra immigrazione e criminalità, non senza strizzare l'occhio alle proteste di strada che anche quest'estate si stanno registrando qua e là nel Regno contro alloggi di richiedenti asilo.

Il tutto mentre polemiche e minacce non fermano le partenze di chi non sembra avere nulla da perdere: come nel caso di una donna di una trentina d'anni morta nelle ultime ore fra le pericolose acque del Canale davanti alle coste francesi del dipartimento del Nord. Pare sia caduta da una "small boat" in partenza senza neppure poter prender il largo. Il suo corpo è stato portato dalla risacca sulla spiaggia di Malo, presso Dunkerque: 19esima vittima della Manica da inizio anno, secondo l'associazione d'assistenza ai migranti Utopia 56, solo fra quelle conteggiate.