Estero

Zelensky insiste per un vertice con Putin ma il Cremlino frena

Il presidente ucraino spinge per un incontro di pace, ma Mosca ritiene improbabile un vertice a breve

25 luglio 2025
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato ad insistere sulla necessità di un vertice con il suo omologo russo Vladimir Putin per avviare trattative di pace, e ha assicurato che "i negoziatori russi hanno cominciato a discutere" di un possibile incontro. E, due giorni dopo i deludenti negoziati di Istanbul (Turchia), il Cremlino non chiude completamente la porta a questa prospettiva, ma puntualizza di ritenere "improbabile" che l'incontro tra i due leader possa tenersi entro la fine di agosto, come auspicato da Kiev.

La fine della guerra "comincerà probabilmente con un incontro tra i leader", ha dichiarato Zelensky in una conferenza stampa. "E ora (i russi) hanno cominciato a parlarne nei colloqui con noi", ha aggiunto il presidente, giudicando che questa "è già una mossa verso qualche tipo di formato". Un formato che secondo Kiev potrebbe prevedere anche la partecipazione del presidente statunitense Donald Trump e di quello turco Recep Tayyip Erdogan. Un'idea sostenuta dal leader turco, che ha annunciato di volere contattare in tempi rapidi i suoi omologhi russo e statunitense. "Questa settimana, tenendo colloqui con Putin e Trump, cercheremo di vedere se riusciremo a riunire questi leader a Istanbul", ha detto Erdogan.

Difficile capire se queste parole corrispondano a reali segnali di possibili progressi nelle trattative o semplici auspici, oltre che un tentativo di promuovere l'immagine della Turchia come mediatrice. Trump non ha fatto commenti in proposito, tornando a ventilare la possibilità di "imporre sanzioni secondarie alla Russia" alla scadenza dei 50 giorni di attesa che si è dato per vedere se si arriverà ad un accordo.

Mentre il Cremlino ha ribadito la posizione già espressa dopo i negoziati di Istanbul. In sostanza, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha fatto capire che un incontro con Zelensky dovrebbe essere solo l'atto finale - e certamente non iniziale - di un negoziato di pace, che richiede "un lavoro diplomatico molto complesso", poiché le proposte delle due parti sono ancora "diametralmente opposte". "È improbabile che si possa giungere a un accordo dall'oggi al domani", ha insistito Peskov.

Zelensky è tornato anche a insistere sulla necessità di forniture occidentali per le difese aeree ucraine. Kiev ha bisogno di dieci sistemi Patriot dagli USA, ha precisato il presidente. Ma Trump ha detto nelle scorse settimane che li darà solo a pagamento, e a saldare il conto devono essere i paesi europei. Finora, ha fatto sapere Zelensky, solo la Germania si è impegnata a finanziarne due, e la Norvegia uno. Mentre colloqui sono in corso con i Paesi Bassi. Secondo il quotidiano britannico The Daily Telegraph, uno dei sistemi Patriot pagati da Berlino è già arrivato in Ucraina.

Sul terreno, continuano i bombardamenti reciproci con nugoli di droni: i rispettivi comandi hanno detto che 105 velivoli senza pilota sono stati lanciati dalle forze di Kiev contro la Russia e 61 dalle truppe di Mosca contro l'Ucraina, oltre a quattro missili Iskander.

Le autorità locali ucraine hanno riferito che una persona è morta e altre sei sono rimaste ferite in seguito ad un attacco russo sul distretto industriale di Kharkiv, nel nordest del paese. Mentre il governatore della regione russa di Krasnodar ha riferito che due persone sono rimaste ferite quando i rottami di un drone intercettato sono caduti su una stazione danneggiando una carrozza di un treno in transito. Le autorità filorusse della parte della regione ucraina di Zaporizhzhia occupata dalle forze di Mosca hanno invece indicato che due civili sono rimasti uccisi e due feriti in un bombardamento di artiglieria ucraino sulla cittadina di Energodar, dove sorge la centrale nucleare di Zaporizhzhia.