Il presidente USA critica l'esclusione della Russia dal G8 e frena sulla deescalation tra Israele e Iran
Il presidente statunitense Donald Trump divide subito il Gruppo dei sette (G7, di cui fanno parte Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Giappone e Stati Uniti), che sta tenendo un vertice a Kananaskis (Alberta, Canada occidentale), spezzando nuovamente una lancia a favore del capo dello stato russo Vladimir Putin e rifiutandosi, almeno per ora, di firmare una bozza di comunicato congiunto per la deescalation del conflitto tra Israele e Iran, nonostante il documento riconosca il diritto di Israele a difendersi ed escluda la possibilità che Teheran abbia armi nucleari.
"Loro (gli iraniani) vogliono dialogare, ma avrebbero dovuto farlo prima. Hanno avuto sessanta giorni, devono fare un accordo. Gli iraniani non vinceranno questa guerra, devono parlare e devono parlare subito, prima che sia troppo tardi", ha detto l'inquilino della Casa Bianca in un bilaterale con il premier canadese Mark Carney, padrone di casa.
Trump ha quindi glissato alla domanda su un eventuale coinvolgimento degli USA nel conflitto fra Israele e Iran ("Non voglio parlare di questo") e ha ribadito che gli Stati Uniti "hanno sempre supportato Israele, per molto tempo". Il presidente quindi continua a insistere perché Teheran torni al tavolo negoziale, ma al momento frena sull'appello del G7 per una deescalation. La sua scommessa è che i bombardamenti israeliani siano una forte arma di pressione sull'Iran, senza escludere forse anche la possibilità di un cambio di regime per mano dell'alleato. Anche se stando ai media avrebbe messo il veto sull'uccisione della Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei.
Trump ha poi spiazzato gli alleati denunciando come un "grosso errore" la cacciata di Putin da quello che all'epoca era diventato il G8, dopo aver avallato il giorno prima un ruolo di mediazione dello "zar" nel conflitto tra Israele e Iran, subito bocciato dal presidente francese Emmanuel Macron.
L'ex presidente statunitense Barack "Obama e (l'ex premier canadese Justin) Trudeau non hanno voluto la Russia, io dissi che era un errore, non avremmo una guerra (in Ucraina) adesso, e non avremmo una guerra adesso se Trump fosse stato presidente quattro anni fa", ha accusato. "Putin parla con me e con nessun altro perché è stato insultato quando è stato buttato fuori dal G8, come avrei fatto anch'io e come avrebbe fatto chiunque altro. Non è felice di questo", ha aggiunto facendo quasi l'avvocato d'ufficio del leader russo. Trump aveva proposto di riammettere la Russia tra i grandi alla vigilia del G7 canadese del 2018, quello che poi funestò ritirando il suo appoggio dal comunicato finale attaccando Trudeau per i suoi controdazi.
Poi una suggestione: far sedere anche Pechino al tavolo del G7. "Non è una cattiva idea; non mi dispiace se qualcuno vuole suggerire l'ingresso della Cina. Ma ci vuole gente con cui puoi parlare. Loro non parlano. Putin mi parla".
Trump, secondo fonti diplomatiche al vertice in Alberta, non avrebbe ancora firmato neppure le bozze di documenti separati che la presidenza canadese ha preparato rinunciando in partenza a un comunicato finale reso impossibile dalle troppe divergenze tra l'inquilino della Casa Bianca e gli altri membri del club. Divergenze che si spera di smussare nella cena tra i leader ma evidenziate anche dal coordinamento degli altri partner, che sembrano sostanzialmente allineati sui dossier più scottanti: da Gaza, dove la premier italiana Giorgia Meloni spinge per un'iniziativa per il cessate il fuoco, all'Ucraina, dove gli europei puntano su una maggiore pressione contro Mosca.
Su questo tema gli occhi sono puntati sul bilaterale di domani fra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale ha precisato che non parlerà di nuovi aiuti statunitensi, ma "del pacchetto di difesa che l'Ucraina è pronta ad acquistare": una mossa per abbassare ogni possibile tensione, dopo lo scontro nello Studio Ovale.
Intanto Trump ha affrontato i suoi primi bilaterali con Carney, il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il primo ministro britannico Keir Starmer. Carney gli ha fatto gli auguri di compleanno e ha superato la prima prova del fuoco con quello che il quotidiano economico finanziario britannico Financial Times ha definito il "Godzilla" al G7.
Poi, dopo aver dato il benvenuto a tutti i leader con la foto di rito - con Trump apparso lento ed affaticato - ha aperto le danze nella prima sessione avvisando che "forse non saremo d'accordo su tante cose ma collaboreremo e cercheremo di fare la differenza per i cittadini" e un "mondo sempre più pericoloso e diviso che ci sta guardando".