Estero

Annullato il Pride di Tel Aviv a causa delle tensioni in Medio Oriente

La vicesindaca Lehavy denuncia l'ostilità del governo Netanyahu verso la comunità Lgbtqia+

13 giugno 2025
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"Il Pride è stato annullato. Intorno è di nuovo guerra. A Gaza, in Iran, nel cielo sopra Tel Aviv. Si combatte con le armi e con le parole, con le sirene e con le assenze". Lo scrive sulla Stampa il giornalista Pasquale Quaranta, da Tel Aviv, dove l'attacco israeliano ai siti nucleari in Iran ha fatto annullare il Pride, per motivi di sicurezza. Riporta la testimonianza di Meital Lehavy, vicesindaca di Tel Aviv, con delega ai Trasporti e alla comunità Lgbtqia+. "Il vero nodo - afferma la vicesindaca - è il governo Netanyahu. Un esecutivo che ci considera una minaccia. Alcuni ministri, come Ben Gvir e Smotrich, hanno detto che le persone Lgbtqia+ sono peggio di Hamas. Ma il loro odio nasce dalla paura. Paura che i loro figli possano sentirsi liberi. Tel Aviv, invece, è piena di persone che fuggono da famiglie ultraortodosse, da ambienti dove vengono rifiutate o costrette al silenzio. Siamo un rifugio per chi non trova spazio altrove. E continueremo a esserlo".

"Cancellare il Pride? Sarebbe stato - spiega - un altro modo per cancellare i nostri diritti. Ma non è la prima volta che dobbiamo reinventarci. Lo abbiamo fatto l'anno scorso con una conferenza, lo facciamo ora con la voce. Anche senza parata, Tel Aviv continua a essere un rifugio. Il Pride di Tel Aviv - continua -esiste da 27 anni. Da 20 è sostenuto dal Comune. Non lo facciamo per l'immagine, ma per la nostra comunità. E se oggi fa male, è perché la guerra ci riguarda. Mio figlio è tornato in servizio. Gli ho detto: 'Non andare'. Mi ha risposto: 'Non posso lasciare i miei amici da soli'".

Anche Reut Naggar, attivista e consigliera comunale, - scrive Quaranta - crede nella possibilità di costruire ponti. "Quest'anno, per la prima volta, ospiteremo un evento sul tetto del Municipio dedicato solo a persone Lgbtqia+ palestinesi e arabe cittadine di Israele. È un piccolo passo, ma con un enorme valore simbolico".