Estero

Spari di avvertimento a Jenin durante visita diplomatica internazionale

Condanna unanime da parte delle cancellerie europee e richiesta di chiarimenti a Israele

21 maggio 2025
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Gli spari in aria, lo stupore ma anche la paura a Jenin per una delegazione di ambasciatori e diplomatici da tutto il mondo in missione per verificare la situazione umanitaria, quando i soldati dell'esercito israeliano hanno iniziato a esplodere colpi in aria dall'interno del campo profughi.

Un segnale di avvertimento dell'Idf che ha immediatamente scatenato la reazione internazionale: da Roma a Berlino, da Bruxelles a Parigi è rimbalzata la condanna per un episodio bollato come "inaccettabile".

I rappresentanti provenivano da 31 Paesi, tra cui Italia, Canada, Egitto, Giordania e Regno Unito. Nei video pubblicati dal ministero degli Esteri palestinese si vedono soldati su una strada bloccata da un grande cancello giallo che puntano i fucili e si sentono degli spari che forse provengono da dietro, mentre decine di persone, inizialmente incerte, dopo qualche istante fuggono verso le auto parcheggiate poco più in là per mettersi al riparo.

Immediata la reazione delle cancellerie, che hanno condannato gli spari nonostante le scuse arrivate dall'Idf. "Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili, chiediamo al governo d'Israele di chiarire immediatamente l'accaduto", ha dichiarato subito il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani, riferendo che il viceconsole coinvolto nell'incidente è rimasto illeso.

E facendo sapere di aver fatto convocare alla Farnesina l'ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled, al quale il segretario generale, Riccardo Guariglia, ha chiesto "spiegazioni", contestando il comportamento dei militari israeliani. Ribadendo "quello che il Governo italiano chiede insistentemente da giorni: Israele deve interrompere le operazioni militari a Gaza, puntare sul negoziato per la liberazione degli ostaggi e per un cessate-il-fuoco" che faccia ripartire il processo di pace.

"Israele deve aprire immediatamente i varchi a Gaza per permettere l'ingresso massiccio di aiuti alimentari e sanitari per la popolazione palestinese", ha ribadito Guariglia. E sulla stessa linea si sono mosse le altre cancellerie europee. Anche Parigi ha convocato il rappresentate diplomatico israeliano e il ministero degli Esteri tedesco ha condannato fermamente "l'immotivata sparatoria".

Nel clima arroventato tra Gerusalemme e Bruxelles di questi giorni, è poi intervenuta l'alta rappresentante europeo Kaja Kallas chiedendo "a Israele di indagare e di assegnare la responsabilità di questo incidente". L'Anp ha invece definito l'episodio un "atroce crimine commesso dalle forze israeliane".

L'esercito israeliano, in un comunicato ufficiale ai media, si è scusato, rammaricandosi e spiegando che "la delegazione si è allontanata dal percorso previsto ed è arrivata in un'area in cui non era autorizzata a trovarsi. Una forza dell'Idf operativa sul posto ha effettuato colpi di avvertimento. Non ci sono stati danni né feriti". E ha aggiunto che "i rappresentanti dei Paesi coinvolti saranno immediatamente contattati, e nei prossimi giorni avranno luogo colloqui personali con i diplomatici per aggiornarli sui risultati preliminari dell'inchiesta sull'incidente".

Un diplomatico che ha partecipato alla visita ha dichiarato a Haaretz che il gruppo ha visitato due punti del tour, il secondo dei quali era un cancello all'esterno del campo profughi: "Siamo rimasti lì per 10-15 minuti. Abbiamo iniziato a disperderci e, quando metà di noi ha raggiunto le auto, sono iniziati i primi spari", ha raccontato, sottolineando che la delegazione non è entrata nel campo profughi di Jenin e nessun soldato si è avvicinato al gruppo. Testimoni oculari hanno riferito che sono stati esplosi sette colpi di avvertimento. La radio militare ha citato un funzionario della Difesa israeliano secondo il quale i soldati non erano a conoscenza dell'identità del gruppo.

A Jenin, come in altre zone della Cisgiordania, da mesi è in corso una massiccia operazione antiterrorismo dell'Idf a cui prendono parte anche le forze di sicurezza dell'Autorità palestinese. Una fonte del ministero degli Esteri israeliano ha dichiarato ieri sera a Ynet che il "Paese sta affrontando un vero e proprio tsunami che non potrà che peggiorare".