Estero

Jacques Gerber racconta il ruolo della Svizzera nel sostegno all'Ucraina

Il delegato svizzero sottolinea l'importanza di un impegno a lungo termine e la necessità di collaborazioni internazionali

15 maggio 2025
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Il delegato del Consiglio federale per l'Ucraina Jacques Gerber ha già incontrato due volte il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il giurassiano ha raccontato la sua attività e le sue responsabilità all'agenzia Keystone-ATS.

Nominato lo scorso autunno, Gerber è responsabile dell'applicazione del programma elvetico per l'Ucraina, decide sui progetti e ha il ruolo di coordinatore fra le varie persone e le diverse idee. Nel suo ruolo deve sostenere le squadre sul terreno affinché mettano in pratica il programma della Confederazione. È un'attività nella quale bisogna dare prova di reattività, in modo da adeguare i vari progetti alla realtà sul campo e ai bisogni degli ucraini, ha sottolineato lui stesso.

La prospettiva di un incontro per la pace in Turchia non dovrebbe influenzare molto il lavoro della Confederazione, che "è attiva in Ucraina dal 1990. Nonostante gli attacchi prima sulla Crimea e poi più a larga scala nel 2022, la Svizzera ha continuano a portare avanti i suoi progetti di sviluppo e cooperazione. Ha inoltre aumentato gli aiuti finanziari e umanitari per rispondere ai bisogni esistenti".

Gerber ha sottolineato tuttavia che un "incontro Zelensky-Putin sarebbe auspicabile, poiché la Svizzera si impegna per una pace giusta, sicura e sostenibile". Un cessate il fuoco potrebbe modificare la natura e il ritmo dell'applicazione di certi progetti. "Continueremo, e forse aumenteremo certi aspetti del nostro lavoro, se la pace arriverà. Con una prospettiva a lungo termine piuttosto che di crisi".

Berna attiva in diversi settori

"La mia presenza in Ucraina è da intendere in una prospettiva a medio e lungo termine. Si tratta di discutere i bisogni con i vari ministri, i rappresentanti locali o i governi regionali, il tutto con lo sguardo alla ricostruzione. Il Consiglio federale parla di un programma su dodici anni con un investimento di 5 miliardi di franchi", ha spiegato il delegato.

"Ad oggi abbiamo una prima fase di quattro anni dal valore di 1,5 miliardi. Per affrontarla, bisogna anticipare. Un progetto non si costruisce in qualche settimana. Siamo molto attivi nell'ambito economico, della sanità e della digitalizzazione", ha sottolineato.

Riguardi ai progetti a cui partecipa l'economia privata svizzera, l'ex consigliere di Stato giurassiano ha voluto chiarire la situazione: "La Svizzera ha conoscenze specifiche in determinati settori come i trasporti, l'energia, l'acqua potabile e il trattamento delle acque reflue". Sul lungo termine, l'aiuto è estremamente ben visto e non entra in concorrenza con il tessuto economico locale.

"Non salveremo l'Ucraina da soli"

Una quindicina di progetti per un totale di 100 milioni sarà approvato entro l'estate dalla Confederazione. "Non salveremo l'Ucraina da soli. Abbiamo bisogno degli altri Paesi e del nostro settore privato", ha ricordato Gerber. La Banca mondiale stima a oltre 500 miliardi il costo per la ricostruzione delle infrastrutture ucraine.

"Le finanze pubbliche elvetiche non saranno sufficienti a raggiungere l'obiettivo. Abbiamo bisogno di investimenti del settore privato ed è in questo senso che va visto il nostro sostegno proprio al settore privato. Non si tratta solo di permettere ad aziende svizzere di fare affari in Ucraina, non è questa la filosofia", ha detto.

Sul campo, la presa di distanze degli Stati Uniti si fa sentire. "Soprattutto nelle nostre collaborazioni per lo sminamento o sul piano dell'aiuto umanitario, dove l'intervento degli Usa sparirà o è già sparito. Dobbiamo rivedere e ridimensionare gli obiettivi di certi progetti perché non siamo in grado di assorbire la totalità delle perdite dei finanziamenti americani", ha ammesso il giurassiano.

Sul piano personale, Gerber è convinto di alcune cose dopo le due visite nel Paese devastato dalla guerra: "Gli ucraini vivono nel presente, senza una vera prospettiva per il futuro. La resilienza del popolo ucraino che vuole battersi per il suo Paese, ma anche per i suoi valori, è ammirevole".