laR+ turchia

Il Pkk depone le armi e annuncia lo scioglimento

Dopo quasi 50 anni la Turchia volta una delle pagine più dolorose della sua storia. L’annuncio dell’abbandono della lotta armata e dello scioglimento da parte del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk, di orientamento marxista-leninista con rivendicazioni indipendentiste curde) arriva dopo un conflitto che ha portato alla morte di oltre 40mila persone, a partire dagli scontri con l’Esercito iniziati nei primi anni 80. L’annuncio della fine del Pkk, gruppo che Ankara ha sempre ritenuto terrorista, era atteso da tempo. L’appello per lo scioglimento e l’abbandono della lotta armata era arrivato a fine febbraio dalla voce del fondatore più noto del Pkk, lo storico leader Abdullah Ocalan. Condannato all’ergastolo e incarcerato dal 1999, Ocalan aveva ordinato al Pkk di dissolversi, affermando che non c’era “alternativa alla democrazia” per ottenere il rispetto da parte di Ankara per l’identità dei circa 15 milioni di curdi di Turchia. Recep Tayyip Erdogan ha parlato di “una decisione importante” per la pace, anche a livello regionale. Il presidente turco ha chiarito che anche dopo lo scioglimento del Pkk non ci sarà comunque spazio per emendamenti costituzionali che gettino le basi per un’amministrazione autonoma e federale nel sud-est anatolico, abitato in larga maggioranza dalla popolazione curda. ANSA/RED