Reform UK di Farage sfida i Laburisti con temi trumpiani e potrebbe infliggere un danno d'immagine al Labour
È una sfida dai temi trumpiani, a partire dal contrasto all'immigrazione, quella di domani in Gran Bretagna con le elezioni amministrative in una parte dell'Inghilterra e una suppletiva per un seggio di deputato che rappresentano il primo test alle urne per il premier laburista Keir Starmer dopo la vittoria nelle politiche del luglio scorso a chiusura dei 14 anni passati all'opposizione mentre i Tory guidavano il Paese.
Il voto locale riguarda alcune aree delle roccaforti Labour nel cosiddetto 'Red Wall' - con 1641 seggi complessivi in palio per il rinnovo di 14 consigli locali e di 8 autorità territoriali, oltre a 6 poltrone di sindaco e la singola elezione per uno scranno alla Camera dei Comuni storicamente in mano alla compagine guidata da Starmer - ed è un test a rischio per il partito di governo in affanno da mesi nei sondaggi.
A livello nazionale, secondo i più importanti istituti di rilevazione, Reform UK, con a capo Nigel Farage, ex tribuno della Brexit e amico del presidente americano Donald Trump, è in testa: alla pari o davanti ai Laburisti e in vantaggio nella sfida per il primato a destra rispetto al tradizionale ruolo leader dei Conservatori, in stallo sotto la nuova guida di Kemi Badenoch.
Del resto il primo ministro è da tempo in crisi di popolarità, per gli evidenti problemi nella gestione dell'economia, con risultati deludenti se non allarmanti, per il mancato controllo dei confini nonostante le promesse in questo senso e gli annunci di rimpatri dei "clandestini" - è di ieri il record di sbarchi con più di 10.000 migranti approdati sull'isola in meno di 4 mesi dall'inizio del 2025 - e ancora per gli impegni presi nella transizione green via via annacquati nel timore che l'opinione pubblica gli volti le spalle anche rispetto a questo dossier.
Intanto Farage ha modo di guadagnare consensi portando avanti una critica serrata dell'esecutivo con l'ambizione di ottenere già una importante vittoria alle amministrative in Inghilterra - dove Reform non controlla attualmente nessun consiglio o autorità locale - e pure nella suppletiva di Runcorn and Helsby, nella contea del Cheshire, collegio diventato vacante dopo le dimissioni del deputato laburista Mike Amesbury, condannato a 10 settimane di carcere per l'aggressione di un uomo a pugni e calci per strada, ripresa in un video. Secondo le rilevazioni demoscopiche infatti il partito populista può conquistare centinaia di seggi di consigliere e pure lo scranno ai Comuni, portando il numero di deputati in Parlamento a cinque ma soprattutto infliggendo un danno d'immagine al Labour dopo soli 10 mesi al potere.
Tutto questo non metterebbe certo in discussione la stabilità del governo Starmer, che può contare su una maggioranza molto ampia, ma costituirebbe un segnale molto negativo di una tendenza non certo ignorabile da parte del primo ministro. Proprio ieri, dopo una campagna per il voto che lo ha visto poco protagonista, sir Keir ha lanciato un appello agli elettori che rivela un momento di grande difficoltà. "Non fatevi prendere in giro dalle destre", ha detto a Sky News, alludendo alle voci su una possibile alleanza futura anti-Labour tra Reform e i Tory e sottolineando le incompatibilità tra i due partiti.
Tuttavia il pericolo più grande è rappresentato da Farage, forte fra l'altro del sostegno che gli arriva dai suoi legami con Trump, rispetto al quale la compagine di Starmer si è trovata in diversi casi a inseguirne le politiche più controverse. Come nel caso della candidata del partito di maggioranza alla suppletiva, Karen Shore, che ha lanciato una petizione su Facebook per chiudere il locale albergo che ospita i richiedenti asilo, sollevando un vespaio di polemiche, anche perché la sfidante di Reform, l'ex giudice di pace Sarah Pochin, aveva condotto prima di lei una campagna molto più incisiva sullo stesso argomento. Dopo il voto di domani i risultati si conosceranno nella mattina di venerdì.