Estero

Tensioni e polemiche alla vigilia del 25 aprile tra sicurezza e lutto nazionale

A Milano e Roma preoccupazioni per possibili scontri, mentre alcune celebrazioni vengono cancellate per rispetto al Papa

24 aprile 2025
|

Il giorno prima della festa del 25 aprile, più che l'ottantesimo anniversario per la Liberazione a tenere banco sono il tema sicurezza e il rischio di scontri e le polemiche per gli eventi cancellati o modificati a causa del lutto nazionale per la morte di papa Francesco.

A Milano a preoccupare sono soprattutto antagonisti, sindacati di base e giovani palestinesi che hanno annunciato l'intenzione di prendere la testa del corteo, invece di restare in coda come da tradizione. Lo scorso anno si sono ritrovati direttamente in piazza Duomo, dove hanno cercato di sfondare le transenne per arrivare al palco ma sono stati respinti dalle forze dell'ordine. Quest'anno, dopo un primo invito a ripetere lo stesso schema e trovarsi in piazza, hanno deciso di concentrarsi un paio di ore prima della partenza della manifestazione nazionale in via Palestro, in modo da precedere l'Associazione nazionale partigiani d'Italia (ANPI), gonfaloni ufficiali, sindacati e partiti, che però non hanno intenzione di cedere il passo.

"Che arrivino costoro che non hanno alcun titolo riguardo alla Seconda guerra mondiale e vogliono passare davanti a tutti - ha commentato il direttore del museo della Brigata ebraica Davide Romano -, già delinea che tipo di persone sono. Persone che non hanno né educazione né rispetto per chi è stato deportato e ha combattuto la guerra di liberazione".

Proprio sulla Brigata ebraica, che sfilerà insieme alla comunità ucraina, c'è particolare attenzione (lo scorso anno un membro della brigata fu ferito lievemente da un gruppo di ragazzini che usciva da un fast food).

Simile la preoccupazione a Roma per evitare contatti fra la Brigata ebraica che si troverà a porta San Paolo e il presidio di studenti palestinesi "No ai terroristi israeliani, no ai sionisti" e poi più tardi per escludere incidenti al corteo dell'ANPI da largo Bompiani al Parco Schuster, da cui si staccherà lo spezzone di ProPal e movimenti studenteschi diretto a Porta San Paolo. Il prefetto Lamberto Giannini ha parlato di "massima allerta" anche perché la capitale in contemporanea deve far fronte al flusso di fedeli diretti alla camera ardente di papa Francesco, che chiuderà domani sera.

"Rispetto" per il Papa

Celebrazioni sobrie, molto sobrie, talmente sobrie da sparire. Da Domodossola al Bresciano, fino alla provincia di Roma ci sono dei Comuni che per il 25 aprile hanno preso fin troppo alla lettera il suggerimento dal governo di moderare, nel rispetto del lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, le manifestazioni per la Liberazione. Decidendo di depennare. Un corteo qui, un evento là, un comizio che salta, una banda che deve riporre gli strumenti nelle custodie, persino il veto indiretto di cantare - a voce - "Bella Ciao".

All'ANPI, nemmeno a dirlo, sono furiosi. E il presidente della Regione Piemonte, una delle regioni in cui si combatté più strenuamente la Resistenza e con le formazioni partigiane più numerose, Alberto Cirio, taglia corto: "il 25 aprile è ancora poco festeggiato, si dovrebbe cantare e ballare, fare ciò che un regime non permette".

Del resto non c'è 25 aprile, da qualche anno in qua, che non porti con sé una polemica. Stavolta sono finiti in mezzo il Santo Padre e l'aggettivo della settimana, quel "sobrio" riferito all'atteggiamento da tenere domani pronunciato dal ministro Nello Musumeci.

A Domodossola (città di tradizione partigiana) tra le proteste del Partito democratico e del centrosinistra, il Comune ha vietato il corteo e la sfilata "nel rispetto del lutto nazionale per la scomparsa del Pontefice e considerato anche il richiamo alla sobrietà", appunto.