Il tycoon accusa il governatore dem di averlo fatto apposta. L’amico ritrovato Putin gliene regala uno
Donald Trump ha un nuovo nemico: un ritratto di se stesso. In un furioso post su Truth, infatti, il presidente ha criticato un dipinto che lo raffigura, appeso nella sede del Congresso del Colorado. "A nessuno piace una brutta foto o un brutto dipinto di se stesso, ma quello in Colorado è il più brutto che abbia mai visto prima", ha tuonato su Truth The Donald che ha accusato il governatore democratico dello Stato, Jared Polis, di averlo fatto apposta. "Preferirei non avere nessun ritratto appeso piuttosto che questo", ha incalzato. Shelby Wieman, portavoce del governatore, ha riferito che Polis "è rimasto sorpreso nell'apprendere che il presidente degli Stati Uniti sia un appassionato del nostro Campidoglio e delle sue opere d'arte".
L'artista, Sarah Boardman, ha dipinto ritratti di una serie di personaggi di spicco, tra cui gli ex presidenti Barack Obama e George W. Bush. Quello di Trump è un olio su tela ed è stato presentato nel 2019.
Il nuovo ordine mondiale, imposto dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, c'è una tendenza che accomuna capi di Stato e ospiti illustri che hanno a che fare con il re americano: tutti omaggiano il presidente Usa con regali scintillanti, quasi un simbolo del loro rispetto e della loro fedeltà.
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Il regalo di Putin e l’autore del quadro
L'ultimo dono è quello che Vladimir Putin ha consegnato all'inviato Usa Steve Witkoff in missione a Mosca: "Un bellissimo ritratto di Trump", secondo la definizione del mediatore americano, commissionato a un noto artista russo, segno del ritrovato feeling tra i due presidenti. Sulle caratteristiche del dipinto a olio, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha tenuto il massimo riserbo, limitandosi a parlare di "un dono personale". In seguito è sputnata una foto dle quadro con l’autore.
Non è tuttavia la prima volta che lo zar russo omaggia Trump: nel luglio del 2018, durante una conferenza congiunta a Helsinki, Putin gli regalò il pallone ufficiale dei Mondiali di Russia, oggetto che scatenò negli Usa la congettura che dentro fosse installato un chip.
Anche Volodymyr Zelensky si è presentato nello Studio Ovale, il giorno della ormai famigerata visita, con un doppio regalo per Trump. Il leader ucraino aveva con sé la cintura del campione mondiale dei pesi massimi di pugilato, l'ucraino Oleksandr Usyk. Ma, vista la drammatica piega che aveva preso il colloquio, non è mai riuscito a consegnarla al presidente americano. Poggiata su un tavolino accanto alla sua poltrona lì è rimasta per tutto l'infuocato incontro. Prima che il colloquio finisse in malo modo, il presidente ucraino ha consegnato a Trump un faldone contenente le foto delle vittime, tra le quali diversi bambini, degli attacchi russi e dei prigionieri di guerra ucraini. "Non so che fine abbia fatto la cintura, forse è ancora lì sul tavolino", racconta Zelensky al Time.
Sembra invece essere stato gradito il regalo del premier israeliano Benyamin Netanyahu che, da primo ospite straniero della nuova presidenza Trump, ha portato a The Donald cercapersone dorato con evidente allusione agli ordigni esplosivi che Israele ha usato per uccidere o ferire migliaia di suoi nemici l'anno scorso in Libano.