Il piano, ispirato al modello italo-albanese, è in fase iniziale di valutazione dal governo laburista
Torna l'idea di spedire i richiedenti asilo respinti dal Regno Unito in centri di raccolta per migranti all'estero, sul modello di quanto delineato dal governo italiano di Giorgia Meloni grazie a un accordo con l'Albania. A valutarne la fattibilità stavolta è la compagine laburista (moderata) di Keir Starmer, stando alle ultime indiscrezioni rilanciate ora dal Times e da Sky News.
Il progetto risulta essere all'esame dell'Home Office, il ministero dell'Interno britannico, impegnato ad accelerare sul fronte dei rimpatri, ma anche a cercare altre leve per frenare il flusso di "migranti illegali" che continuano a sbarcare sull'isola a dispetto delle promesse su una stretta post Brexit ai confini fatte proprie dal Labour dopo essere state sbandierate vanamente dai precedenti governi conservatori.
Flusso alimentato in particolare dalle "piccole imbarcazioni" che attraversano la Manica fra le coste francesi e quelle inglesi con l'aiuto di bande di trafficanti o scafisti. E per contrastare il quale Starmer non aveva nascosto in passato pubblicamente - a margine d'incontri con Meloni dedicati in parte a discutere di cooperazione sul dossier immigrazione - d'essere interessato a valutare anche strumenti come quelli previsti dall'accordo italo-albanese.
Fonti governative di Londra precisano peraltro che la questione è al momento a uno stadio di valutazione "iniziale". Ma il Times evoca già contatti con le autorità di Paesi balcanici quali Albania, Serbia, Bosnia o Macedonia del Nord, viste come potenziali sedi di "hub per migranti" da istituire in cambio di finanziamenti ad hoc.
Le stesse fonti respingono in ogni caso l'accusa d'ipocrisia rispetto alle critiche rivolte in passato da Starmer al cosiddetto "piano Ruanda" dei governi Tory, seppellito poi dall'attuale esecutivo poiché considerato costoso quanto inefficace, sottolineando almeno una differenza chiave in relazione a un possibile "modello Albania": che verrebbe riservato solo a richiedenti asilo le cui istanze fossero già state respinte dalla giustizia britannica, e non a "clandestini" in attesa di risposta o di ricorso come nel caso del progetto ruandese dei Tories.