Estero

Piani per una forza multinazionale in Ucraina in caso di accordo di pace

Incontro a Londra tra delegati militari di oltre 20 paesi per pianificare la sicurezza di Kiev

20 marzo 2025
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I piani militari per un contingente di garanzia per Kiev devono essere pronti nel caso in cui si raggiunga un accordo con Mosca, tramite la mediazione degli USA del presidente Donald Trump, sulla cessazione delle ostilità in Ucraina. L'impulso ad andare avanti rapidamente in questa direzione è arrivato dal premier britannico Keir Starmer con la riunione nella sede dello stato maggiore del Regno Unito a Londra - rigorosamente a porte chiuse - fra i delegati militari di oltre 20 paesi, europei e non, disposti a collaborare in varia forma a quella che sir Keir ha delineato nelle scorse settimane come "una coalizione di volenterosi".

La riunione nelle parole del primo ministro - che si augura il raggiungimento della pace - ha gettato le basi per passare dall'annuncio politico alla pianificazione vera e propria. Con la premessa che ogni accordo per fermare la guerra raggiunto con la Russia del presidente Vladimir Putin va "difeso", garantendo la sicurezza dell'Ucraina, proteggendone "i cieli, i mari e i confini" dalle possibili violazioni di Mosca.

"Ci sono stati accordi in passato che non avevano garanzie di sicurezza e Putin non ne ha tenuto conto", ha detto ancora Starmer in una giornata all'insegna dell'approccio muscolare, a partire dalla sua visita a una base della Royal Navy, la marina militare britannica, per il varo di un sottomarino nucleare di ultima generazione, il Dreadnought.

In questi termini, se Trump fa riferimento nelle trattative con Putin al raggiungimento di una pace duratura tale da ristabilire anche i rapporti tra Washington e Mosca, l'atteggiamento del leader britannico lascia pensare più a una tregua con un nemico destinato a restare tale anche in futuro.

Ma dichiarazioni a parte, i vertici militari ospitati nella capitale dal capo di stato maggiore, l'ammiraglio Tony Radakin, fra cui comandanti o loro rappresentanti di varie nazioni alleate, hanno discusso in termini operativi e pratici su tutti gli aspetti di un'operazione che richiede garanzie ad hoc degli Stati Uniti, attraverso una copertura per lo meno satellitare e dei servizi segreti, e al momento vede la netta opposizione di Mosca.

Il contingente, secondo fonti diplomatiche e militari sentite dall'emittente pubblica britannica BBC, dovrebbe chiamarsi Multinational Force Ukraine (Mfu, forza multinazionale per l'Ucraina), e avere lo scopo di "rassicurare" Kiev, non di condurre un'operazione di mantenimento della pace in senso stretto, nel tentativo di superare il "niet" della Russia alla presenza di truppe di paesi europei in Ucraina mostrando per quanto possibile che i militari non rappresentano una minaccia.

In merito si è espresso il ministro degli esteri britannico David Lammy secondo cui il Cremlino non avrebbe un diritto di veto sulla "forza di pace".

La consistenza del contingente sul terreno sarebbe di circa 20'000 uomini, inferiore rispetto ai 30'000 annunciati in precedenza da Londra e Parigi. Con l'obiettivo poi di tenere i soldati lontano dall'Ucraina orientale e dislocarli a protezione di città, porti e importanti infrastrutture energetiche nel resto del paese. Molte delle discussioni si sono concentrate sulla difesa antiaerea di Kiev, tramite missili o jet, per mantenere sicuri i cieli durante un cessate il fuoco, oltre all'invio di una task force navale per proteggere le rotte di navigazione.

Mentre restano tante incognite sull'intera iniziativa, Starmer ha cercato di mostrarsi come il leader occidentale capace di tener testa a Putin, nella sua visita alla base della Royal Navy di Barrow, sulla costa dell'estremo nord dell'Inghilterra. Si è fatto immortalare a bordo di un sottomarino (il Vanguard), con al fianco il ministro della difesa John Healey, mandando un messaggio a Mosca sulle potenzialità del deterrente nucleare britannico imbarcato sui sommergibili, sebbene notevolmente inferiore a quello russo.

Un altro messaggio dal punto di vista simbolico è arrivato dalla famiglia reale, col principe William, l'erede al trono di casa Windsor, che è giunto in Estonia per visitare il contingente di sua maestà (il più consistente fra quelli dislocati al momento dal Regno all'estero) schierato lungo l'estremo fronte orientale della Nato, a ridosso dei confini con la Russia.