Riflettori puntati su Doha dove sono ripresi i negoziati indiretti tra Israele e Hamas per il prolungamento della tregua e il rilascio degli ostaggi, mentre lo Stato ebraico riannoda i fili di un altro fronte diplomatico, quello con Beirut, aprendo a colloqui per definire le controversie di confine. A Gaza intanto è emergenza umanitaria dopo la decisione israeliana di interrompere la fornitura di energia elettrica alla Striscia.
In Qatar i negoziatori israeliani, guidati da un alto responsabile dello Shin Bet, hanno sul tavolo la proposta americana per l'estensione della tregua di altri 60 giorni in cambio del rilascio di 10 ostaggi ancora in vita. Su 59 rapiti ancora a Gaza si ritiene che 24 siano vivi, gli altri 35 morti.
L'inviato speciale del presidente Donald Trump, Steve Witkoff, avrebbe anche chiesto la liberazione dell'israelo-americano Edan Alexander: "Bisogna fissare una data di scadenza per la conclusione di questa crisi, solo questo permetterà di andare avanti", ha detto il responsabile prima di volare a Doha, sottolineando che l'inquilino della Casa Bianca "è stufo" e vuole una soluzione.
Fonti israeliane vicine al dossier riferiscono ai media che ci sarebbe una "disponibilità" di Hamas a un'intesa senza passare alla seconda fase dell'accordo con Israele, in cambio del rilascio di detenuti di alto rango. Ma la delegazione israeliana "non ha il potere di prendere decisioni", si avverte.
Su un altro fronte non meno incandescente, Israele e Libano hanno concordato colloqui sulle postazioni dell'esercito israeliano in cinque località nel sud del Paese dei Cedri e varie controversie di confine. L'intesa è arrivata durante un incontro a quattro tra la Forza di difesa israeliana (Idf), Stati Uniti, Francia e Libano, ha annunciato l'ufficio del premier Benjamin Netanyahu che ha deciso come primo atto il rilascio di 5 detenuti libanesi. Un clima di dialogo che non ha fermato i raid israeliani: un drone ha ucciso Hassan Abbas Izzedine, un comandante di Hezbollah, mentre un caccia ha centrato un centro logistico nella regione di Froun con un imprecisato il numero di vittime. I blitz sono proseguiti anche in Cisgiordania, con "tre terroristi uccisi e 35 catturati, compresi membri di Hamas", recita un comunicato dell'Idf.
A Gaza intanto la situazione è drammatica: senza elettricità "600mila persone non hanno più accesso all'acqua potabile", denuncia l'Unicef nella Striscia, perché l'impianto di desalinizzazione è spento. Complice anche lo stop all'arrivo degli aiuti umanitari, deciso da Israele 10 giorni fa, molti forni si apprestano a chiudere i battenti perché non c'è gas per cucinare il pane.