Nei Patrioti sale la tentazione di aprire all’ultradestra tedesca, ma Le Pen fa muro
"È arrivato il tempo di cambiare le cose e mettere fine all'isolamento di Alternative für Deutschland". A pochi giorni dalle elezioni in Germania, è stato l'antesignano del sovranismo europeo, Viktor Orbán, a sdoganare il partito di estrema destra tedesco, in forte ascesa nei sondaggi. Il battesimo di fuoco si è tenuto a Budapest dove il premier ungherese ha incontrato la candidata cancelliera dell'AfD, Alice Weidel o, per parafrasare Orbán, "il futuro della Germania". Parole al miele ricambiate dalla leader di AfD che ha elogiato l'Ungheria come "modello di libertà di espressione" e "simbolo di sovranità e indipendenza" di fronte a una Germania "debole", rovinata dagli anni di governo di Angela Merkel.
Finora Orbán aveva tenuto a distanza il partito di Weidel, nonostante le convergenze su vari temi, dall'immigrazione alla guerra in Ucraina. Tempi passati. L'endorsement di Elon Musk, il primo a definire AfD "l'unica speranza per la Germania", ha scompaginato le carte. E lo scompiglio potrebbe ripercuotersi negli equilibri europei, appena otto mesi dopo l'espulsione dell'ultradestra tedesca da Identità e Democrazia, la famiglia europea, tra le cui fila sedeva la Lega, confluita poi nel gruppo dei Patrioti. E proprio alla kermesse dei Patrioti a Madrid si era segnalata una prima apertura nei confronti di AfD, netta nel caso di Orbán e del leader spagnolo di Vox, Santiago Abascal, più sfumata nel caso di Matteo Salvini che aveva ribadito il sostegno alle "forze patriottiche in Germania, Francia, ovunque" e aveva lanciato un appello all'unità intorno a "un progetto condiviso", all'insegna di un futuro tracciato da Elon Musk. Usciti dalla porta e rientrati dalla finestra, dunque.
Ma a frenare gli entusiasmi c‘è il Rassemblement National di Marine Le Pen, azionista di maggioranza dei Patrioti, che era stato il primo a volere l'espulsione dal gruppo dell'AfD per le dichiarazioni indulgenti sul nazismo di Maximilian Krah, capolista alle europee per il partito tedesco. Intanto, al Parlamento europeo si è tornato a discutere del cordone sanitario, con i socialisti europei che puntano il dito contro la collaborazione tra i conservatori e l'estrema destra considerata come una minaccia anche per la competitività dell'Ue. "Al meeting di Madrid, i falsi patrioti hanno gridato Make Europe Great Again. Ma il loro vero slogan è ’Let's Destroy Europe Again': non si può fare grande l'Europa quando vengono vietati i diritti delle donne, si minacciano i migranti e si tagliano le tasse ai ricchi" ha tuonato la capogruppo dei socialisti europei, Iratxe Garcia Perez.