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Libere oggi 4 soldatesse Aut aut all’Unrwa

Benjamin Netanyahu e l’establishment della sicurezza israeliano hanno accettato la lista di quattro ostaggi che torneranno a casa sabato, senza mandare a monte l’intero piano, nonostante le accuse ad Hamas di aver violato l’accordo siglato a Doha. A uscire da Gaza saranno quattro soldatesse osservatrici ventenni: Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag, coloro che lanciarono inascoltate l’allarme sui movimenti di Hamas prima del 7 ottobre. Restano escluse da questo secondo gruppo della prima fase le uniche due donne civili: Arbel Yehud e Shiri Bibas. Il piano che Hamas si era impegnata a rispettare prevedeva invece l’obbligo di liberare per prime tutte le donne ancora in vita e non militari. Ora Israele dovrà scarcerare per ciascuna soldatessa 50 detenuti palestinesi, 30 dei quali sono terroristi condannati all’ergastolo.

Israele intanto avverte l’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi: “Deve cessare le sue operazioni a Gerusalemme ed evacuare tutti i locali in cui opera nella città” entro il 30 gennaio, ha scritto l’ambasciatore israeliano all’Onu in una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Quel giorno entra in vigore una legge che vieta all’Unrwa di operare in Israele.

Altro fronte caldo: Netanyahu ha dichiarato che Israele non completerà il ritiro dal settore est del Libano meridionale entro lunedì, alla scadenza dei 60 giorni stabiliti dal cessate il fuoco con Hezbollah. L’ufficio del premier ha dichiarato che “il processo di ritiro dell’Idf è condizionato”, poiché l’esercito libanese “non ha ancora pienamente applicato” i suoi obblighi, cioè non si è dispiegato del tutto nella zona orientale, ma solo in quella occidentale. ANSA/RED