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Teheran conferma l’arresto di Cecilia Sala

‘Ha violato le leggi della Repubblica islamica’, ma non è stato chiarito quali

Cartelli per la liberazione di Sala a Milano
(Keystone)
30 dicembre 2024
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L’Iran ha confermato l’arresto della giornalista italiana, Cecilia Sala. Lo riferiscono i media di Stato.

Il dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell’orientamento islamico dell’Iran ha confermato in una nota l’arresto di Cecilia Sala “per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran”. Lo scrive l’agenzia Irna. “La cittadina italiana è arrivata in Iran il 13 dicembre con un visto giornalistico ed è stata arrestata il 19 per aver violato la legge della Repubblica islamica dell’Iran. Il suo caso è sotto inchiesta.


Keystone
Cecilia Sala

L’arresto è stato eseguito secondo la normativa vigente e l’ambasciata italiana è stata informata. Le è stato garantito l’accesso consolare e il contatto telefonico con la famiglia”. “La politica del Ministero è sempre stata quella di accogliere le visite e le attività legali dei giornalisti stranieri, aumentare il numero di media stranieri nel Paese e preservare i loro diritti legali”, prosegue il comunicato, citato da Irna. “È stato aperto un fascicolo sulla cittadina italiana Cecilia Sala, e sono attualmente in corso le indagini. Il suo arresto è avvenuto in base alla normativa vigente. Saranno forniti ulteriori dettagli se la magistratura lo riterrà necessario”, ha aggiunto.

L’iraniano ha chiesto i domiciliari

La decisione dei giudici sui domiciliari per Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano detenuto nel carcere di Opera per il quale gli Usa chiedono l'estradizione, è il nuovo delicato passaggio nella vicenda diplomatica che incrocia il destino di Cecilia Sala, la giornalista italiana arrestata a Teheran lo scorso diciannove dicembre. Il difensore di Abedini ha presentato la richiesta per l'affievolimento della misura nei confronti del suo assistito e adesso la Corte d'Appello di Milano avrà quarantotto ore di tempo per fissare un'udienza e discutere l'istanza.

Il cittadino iraniano di trentotto anni, arrestato lo scorso sedici dicembre, è accusato di dagli Stati Uniti di cospirazione e supporto materiale al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica. Non a caso l'iraniano al momento è detenuto nel carcere di Opera in regime di alta sicurezza. Ma per il suo legale, Alfredo De Francesco, non c'è pericolo di fuga né della reiterazione del reato, per questo nella sua istanza appena depositata indica un appartamento a Milano come luogo in cui sia trasferito per gli arresti domiciliari.

Del resto l'altro iraniano arrestato con le stesse accuse, Mahdi Mohammad Sadeghi, catturato in Massachusetts, tornerà in tribunale a Boston giovedì dopo essersi dichiarato non colpevole e potrebbe quindi essere rilasciato. Intanto le autorità di Washington hanno già consegnato alla Farnesina la documentazione con la richiesta di estradizione di Abedini, che sarà inviata al ministero della Giustizia.

Trattative

In piena trattativa, il governo potrebbe prendere tempo visto che il Guardasigilli Carlo Nordio avrà a disposizione trenta giorni prima di trasmettere gli atti alla Corte d'Appello. In quel lasso di tempo il ministero può fare delle valutazioni formali, chiedendo eventuali integrazioni o precisazioni alla giustizia americana. Il trasferimento del trentottenne iraniano a Teheran - condizione esplicitamente richiesta dal regime degli ayatollah per il rientro di Cecilia Sala in Italia - è solo una delle opzioni in campo. Ed è quella su cui gli Stati Uniti, l'altro Paese coinvolto nella trattativa, sarebbe meno disponibile. L'altra ipotesi è di uno scambio triangolare come già avvenuto in diversi altri casi: la liberazione di prigionieri iraniani in altri Paesi, che potrebbero tornare a Teheran solo dopo il rilascio della reporter romana. Un'operazione che potrebbe riuscire però solo grazie all'intervento degli Usa, i quali avrebbero il potere di sollecitare a loro volta altri Stati per trovare una soluzione.