Il diktat agli alleati: ‘Comprino gas e petrolio Usa oppure alzo le tariffe’
Donald Trump non sembra intenzionato a fare nessun regalo di Natale all'Europa, anzi. A un mese dal suo insediamento ufficiale alla Casa Bianca, il presidente eletto lancia minacce agli alleati d'oltreoceano su gas, petrolio e spese per la difesa lasciando intendere che i prossimi quattro anni non userà i guanti di velluto con il Vecchio Continente. "Ho detto all'Unione europea che devono compensare il loro enorme deficit con gli Stati Uniti con l'acquisto su larga scala del nostro petrolio e del nostro gas. Altrimenti, saranno dazi a tutto spiano!!!", ha avvertito in un post su Truth minacciando tariffe sulle esportazioni europee che includono beni come automobili e macchinari.
L'Europa è già il maggior acquirente di energia americana - con Paesi Bassi, Spagna, Francia, Germania, Italia, Danimarca e Svezia in testa - e oltretutto gli Stati Uniti al momento esportano al massimo delle loro capacità, ma Trump in campagna elettorale si è impegnato a far crescere ulteriormente la produzione di petrolio e gas del Paese e sembra essere intenzionato a mantenere la promessa. L'Unione europea ha replicato alle minacce del tycoon dicendosi disponibile a rafforzare ulteriormente i rapporti commerciali con l'America, anche nel settore energetico. "I fatti sono che Ue e Usa hanno delle economie profondamente integrate. Siamo pronti a discutere con Donald Trump su come possiamo rafforzare la nostra cooperazione, anche nel settore energetico. C'è già un alto livello di complementarietà nelle relazioni commerciali tra Ue e Usa", ha sottolineato un portavoce della Commissione. Va precisato, però, che la maggior parte delle raffinerie di petrolio e delle aziende di gas europee sono private e i governi nazionali hanno poca voce in capitolo sulle loro forniture.
L'Ue ha aumentato notevolmente gli acquisti di petrolio e gas dagli Stati Uniti in seguito alla decisione del blocco di imporre sanzioni e ridurre la dipendenza dall'energia russa dopo che Mosca ha invaso l'Ucraina nel 2022 e negli ultimi anni l'America è diventata il più grande produttore di petrolio con una produzione di oltre 20 milioni di barili al giorno, ovvero un quinto della domanda globale. Gli attacchi di Trump al Vecchio Continente non si sono limitati al settore energetico. L'altro grande pallino di The Donald sono, infatti, le spese per la Difesa e dopo aver ripetuto in questi mesi che gli alleati della Nato devono contribuire di più, adesso il presidente eletto sembra intenzionato ad avanzare una richiesta diretta e ben precisa. Secondo quanto riferito dai suoi più stretti consiglieri al Financial Times, infatti, Trump vuole chiedere agli Stati membri di aumentare la spesa per la difesa al 5% del Pil. Come segno di buona volontà da parte della nuova amministrazione americana, invece, il presidente eletto si impegnerà a continuare a inviare armi all'Ucraina.
Al momento solo 23 dei 32 membri dell'Alleanza atlantica soddisfano l'obiettivo attuale di spesa del 2% e Paesi come Francia, Germania Gran Bretagna e Italia - che giovedì hanno incontrato a Bruxelles il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il segretario generale della Nato Mark Rutte per discutere anche di come prepararsi all'arrivo di Trump alla Casa Bianca - non sono sicuri neanche di poterlo alzare al 3%. Il tycoon, che sin dalla sua prima campagna elettorale ha accusato i partner europei di non spendere abbastanza per la difesa e di approfittare dell'ombrello americano, lo vuole più che raddoppiare ma, secondo fonti informate, potrebbe alla fine accontentarsi di portarlo al 3,5%. "Lasceremo la Nato se non saremo trattati giustamente", aveva tuonato il presidente eletto dieci giorni fa. Una minaccia che al momento potrebbe essere rientrata, ma a un costo che forse l'Europa non potrà permettersi.