siria

Fosse comuni con migliaia di corpi vicino a Damasco

Ritrovato un americano rapito 7 mesi fa, mistero su Austin Tice. Folla ai funerali del dissidente Mazen Hamada

Scarpe di detenuti nella prigione di Sednaya
(Keystone)
12 dicembre 2024
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Sacchi bianchi con dentro mucchi di ossa. Altri sacchi marroni e verdi con resti di corpi bruciati. La fossa comune è riconoscibile dalla strada che da Damasco porta all'aeroporto internazionale. I primi attivisti arrivati sul posto hanno individuato i luoghi di sepoltura sommaria da una serie di mucchi di terra in fila nei pressi del Quinto Ponte, una zona a sud-est della capitale. La tv al Jazeera ha invece scoperto una fossa comune, estesa più o meno come un campo di calcio regolamentare, alla periferia nord-orientale di Damasco, nei pressi del sobborgo di Qutayfa.

Secondo le testimonianze, qui sono stati seppelliti migliaia di corpi di persone torturate e uccise nelle prigioni politiche del regime. Le telecamere inquadrano sacchi di plastica bianca numerati con quel che ne resta. Intanto a Damasco il capo dei servizi segreti turchi, Ibrahim Kalin, ha compiuto una "storica" visita nella Moschea degli Omayyadi, confermando lo stretto legame tra Ankara e gli insorti di Hayat Tahrir ash Sham (Hfs). E un portavoce del governo di transizione, espressione proprio di Hts, gruppo indicato come "terrorista" dagli Usa, dall'Ue e dall'Onu, ha annunciato che saranno sospesi il parlamento e l'attuale costituzione fino al primo marzo prossimo.

Il ruolo di Cesar

In questo clima e dopo undici anni di esilio e clandestinità, è finalmente potuto uscire allo scoperto Usama Uthman, vero nome di ‘Cesar’, l'ex fotografo forense governativo che documentò le torture e le uccisioni dei civili nelle carceri del regime e che nel 2013 trafugò 28mila fotografie di individui torturati e uccisi nei primi anni della repressione della rivolta del 2011.


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Un uomo esce da un varco della prigione di Sednaya

Dalla vicenda ‘Cesar’ nel 2019 l'amministrazione americana di Donald Trump promulgò contro la Siria nuove sanzioni, note col nome di ‘Cesar Act’, che hanno avuto un impatto pesantissimo sulla già devastata economia siriana. Verificate e pubblicate da Human Rights Watch, le foto sono diventate un manifesto politico contro Assad. E sono state mostrate nelle città europee in eventi a cui ha partecipato anche Mazen Hamada, attivista siriano fuggito all'estero ma in seguito costretto a rientrare in patria quando il regime aveva minacciato di arrestare i suoi familiari. Al suo rientro Hamada era finito di nuovo in carcere ed era stato torturato e poi impiccato nel famigerato carcere di Saydnaya. Il suo corpo è stato tra quelli rinvenuti nei giorni scorsi. Oggi a Damasco migliaia di persone hanno partecipato ai suoi funerali.

In libertà è invece tornato anche un sedicente turista americano, identificato come Travis Timmerman, trovato da alcuni civili in una casa-prigione a Dhihabiye, a sud-est di Damasco, in un'area a lungo controllata dagli Hezbollah libanesi filo-iraniani. Inizialmente i media siriani hanno confuso Timmerman, sequestrato 7 mesi fa, con Austin Tice, giornalista statunitense rapito in Siria nel 2012, da anni al centro di negoziati per la sua liberazione tra Damasco e Washington ma di cui non si hanno ancora notizie.


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I funerali del dissidente Mazen Hamada

La battaglia sul campo

Sul terreno le violenze tra forze filo-turche e combattenti curdi nel nord del Paese sono continuate tutto il giorno. I focolai di maggior tensione sono lungo l'Eufrate, attorno alla Diga Tishrin, tra Manbij e Raqqa, nella zona di Hasake e in quella di Dayr az Zor. Gli Stati Uniti e la Turchia mediano per una nuova tregua. Intanto, le autorità curdo-siriane, da anni sostenute da Washington e che oggi hanno ricevuto l'appoggio del segretario di Stato americano uscente Anthony Blinken, hanno ribadito di voler esser parte integrante della "Siria unita". Come gesto di apertura, le autorità curde hanno esposto la bandiera dell'indipendenza - quella ribattezzata dagli insorti come ‘bandiera della rivoluzione’ - fuori dagli edifici delle istituzioni del nord-est siriano.