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‘Vietare in Svizzera Hamas e Hezbollah’

Ora la palla passa al Nazionale per entrambi i casi. Stando ai ‘senatori’ il divieto dovrebbe entrare in vigore il più presto possibile

Un bambino con la bandiera di Hamas
(Keystone)
10 dicembre 2024
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L'organizzazione islamista Hamas, responsabile degli attacchi contro Israele del 7 ottobre 2023, va vietata in Svizzera. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati per 37 voti e un'astensione. Stando ai "senatori", il divieto dovrebbe entrare in vigore il più presto possibile. Il dossier va al Nazionale.

Nel presentare il testo di legge, il relatore della commissione, Daniel Jositsch (Ps/ZH), ha rammentato l'attacco del 7 ottobre 2023 che ha provocato la morte di 1’200 persone, perlopiù civili, e i 250 ostaggi finiti nelle mani di questa organizzazione che non ha mai riconosciuto l'esistenza di Israele, ma ne vuole invece la distruzione. Per il "senatore" zurighese, tali appelli dal carattere genocida fanno senz'altro di Hamas un'organizzazione terroristica. Il suo divieto è quindi necessario.

Una simile legge renderebbe più facile pronunciare divieti d'entrata o espulsioni e il perseguimento penale di fiancheggiatori, ha poi spiegato Jositsch, professore di diritto penale all'Università di Zurigo.

Sebbene nessuno abbia messo in dubbio la ferocia degli attacchi compiuti da Hamas, da alcuni considerati abominevoli, diverse voci si sono levate affinché nella legge venissero chiaramente escluse la stessa Confederazione, come anche quelle organizzazioni che operano a favore della pace oppure in ambito umanitario, dei diritti umani o dell'aiuto allo sviluppo.

I pareri

Nonostante la forte emozione causata da quanto accaduto, per Carlo Sommaruga (Ps/GE) – sostenuto anche da Mauro Poggia (Mcg-Udc/GE) – bisogna affrontare questo dossier con la mente lucida. In passato, e ancora oggi, la Svizzera e altre Ong hanno avuto e hanno contatti con organizzazioni considerate terroristiche nei Paesi in cui sono attive, come le Farc o il Pkk. Non dobbiamo privarci della possibilità di dialogare con questi attori su temi come il rispetto del diritto umanitario o la ricerca di una soluzione politica a un conflitto, ha sottolineato.

Un tema quest'ultimo affrontato anche da Franziska Roth (Ps/SO) che, nel quadro di un divieto nei confronti di gruppi che direttamente o indirettamente fanno riferimento ad Hamas, avrebbe voluto fare in modo che il Governo consultasse anche le commissioni di politica estera, e non solo della sicurezza. Il divieto di un'organizzazione ha sovente conseguenze di politica estera, ha spiegato.

Al voto, tuttavia, sia la proposta di Sommaruga che di Roth sono state bocciate. In relazione alla proposta Sommaruga, il "ministro" di Giustizia e polizia, Beat Jans, ha precisato che il divieto pronunciato contro Hamas non include le attività umanitarie. È quindi inutile completare la legge includendovi gli aspetti evocati dal "senatore" ginevrino.

Simili contatti, anche per la ricerca di soluzioni politiche, ha rimarcato il consigliere federale basilese del Ps, non possono essere considerati un sostegno a un'organizzazione terroristica, e quindi perseguibili penalmente.


Keystone
Sostenitori di Hezbollah a Beirut

Il caso libanese

Dopo il gruppo islamista Hamas, attivo nei territori palestinesi, andrebbe vietato in Svizzera anche il movimento sciita libanese Hezbollah. È quanto prevede una mozione adottata oggi dal Consiglio degli Stati per 31 voti a 1.

Il Consiglio nazionale deciderà domani su una mozione identica presentata dalla propria Commissione per la politica di sicurezza. Attualmente in Svizzera sono proibiti per legge solo i gruppi Al-Qaeda e Isis. In futuro dovrebbe esserlo anche Hamas: stamane gli Stati hanno adottato una legge al riguardo, che dovrà ancora passare al vaglio del Nazionale.

Come per Hamas, anche la mozione riguardante Hezbollah si spiega con la mutata situazione in Medio Oriente dopo i massacri del 7 ottobre 2023 e l'inizio di un conflitto fra il movimento islamista libanese, sostenuto dall'Iran e dai ribelli Huthi, e Israele. Per la commissione che ha presentato la mozione, Hezbollah può essere equiparato a Hamas.

La sinistra, seguita da alcuni deputati di destra, ha inizialmente cercato di rinviare la mozione in commissione, chiedendo una perizia della sua Commissione della politica estera. Franziska Roth (Ps/SO) ha auspicato, invano, un rapporto che desse una panoramica "nell'interesse della sicurezza della Svizzera".

Ma secondo la commissione della politica di sicurezza, Hezbollah è sia una forza paramilitare e politica in Libano, sia un'organizzazione terroristica islamica radicale responsabile di numerosi atti di violenza e violazioni dei diritti umani. "È già considerata un'organizzazione terroristica da diversi Stati e organizzazioni", ha osservato, a nome della commissione, Marianne Binder-Keller (Centro/AG). Hezbollah rappresenta anche una minaccia per la stabilità dell'intera regione.

Mauro Poggia (Mcg/GE) ha invece sostenuto che, sebbene la Svizzera sia nota per i suoi mandati di buoni uffici sulla scena internazionale, è importante evitare di "indicare i buoni e i cattivi in ogni momento". "La storia è un film in cui i ruoli cambiano nel tempo", ha sottolineato.

Il ginevrino si è astenuto dal voto, così come una parte della sinistra. Carlo Sommaruga (Ps/GE) è stato l'unico a opporsi al testo. A suo avviso, "dobbiamo chiederci se Hezbollah sia una minaccia per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera". Qualora lo fosse, un divieto sarebbe giustificabile.

Anche il Consiglio federale si è opposto alla mozione, sottolineando che non ha il potere generale di vietare le organizzazioni. Tale divieto è possibile in base alla legge sui servizi informativi, come è stato fatto per i gruppi Al-Qaeda e Stato Islamico.

A tale riguardo, devono essere soddisfatte due condizioni: l'organizzazione deve propagare, sostenere o promuovere, direttamente o indirettamente, attività terroristiche o estremismo violento e deve essere vietata o sanzionata dalle Nazioni Unite. Il governo, per bocca del consigliere federale Beat Jans, ha sottolineato che le Nazioni Unite non hanno preso alcuna decisione in merito a Hezbollah.

L'altra possibilità è quella di promulgare una legge ad hoc, come è stato deciso per Hamas. In questo caso, però, il Consiglio federale ha reagito in modo "mirato" agli attacchi del 7 ottobre 2023, ha rammentato Jans, secondo cui la Svizzera deve attenersi alla prassi attuale, ossia pronunciare divieti solo caso per caso e per motivi estremamente gravi. Nel suo intervento, il "ministro" di Giustizia e polizia ha ricordato la tradizione umanitaria della Svizzera e la sua posizione di Stato neutrale.