L'annunicio dei ribelli entrati nella capitale siriana sull'emittente tv di Stato. Mosca conferma: ‘Il presidente ha lasciato il Paese’
È bastata una notte, quella a cavallo fra sabato e domenica 8 dicembre, ai ribelli per prendere il controllo di Damasco, capitale della Siria. E anche per Basar al-Assad, leader-dittarore del Paese è bastata una notte per sparire dalle scene: per alcuni sarebbe fuggito all'estero, aiutato da Mosca; per altri invece sarebbe ancora nella regione, nascosto da qualche parte e in attesa di un accordo che gli consenta almeno di avere un esilio sicuro.
Fatto sta che ora le carte in tavola sono cambiate e sono gli stessi ribelli siriani ad annunciarlo, tramite un video trasmesso dalla tv pubblica siriana, dichiarando la Siria "libera dalla tirannia dopo 50 anni".
In strada c'è chi festeggia
Nella capitale siriana, Damasco, la notte si è trasformata in un palcoscenico di festeggiamenti. Gli abitanti hanno celebrato la caduta del governo, scendendo in strada. Il Primo Ministro Ghazi al-Jalali ha affermato la sua volontà di collaborare con la futura leadership che verrà scelta dal popolo. In un'intervista rilasciata all'emittente Al Arabiya, al-Jalali ha annunciato che la Siria terrà libere elezioni. "Il popolo avrà la possibilità di scegliere chi lo guiderà", ha dichiarato. Al-Jalali ha inoltre rivelato di aver contattato il comandante dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, con il quale ha concordato la transizione. Durante i festeggiamenti, la statua dell'ex leader Hafez al-Assad, padre dell'attuale presidente, è stata abbattuta e calpestata dalla folla. Hafez al-Assad ha governato la Siria per quasi tre decadi, dal 1971 fino al 2000.
Le prime reazioni all'estero
Su quanto avvenuto in queste ore in Siria si è espresso anche Donald Trump, che sui social ha sottolineato che "questa non è una battaglia americana". Dello stesso avviso è anche Joe Biden, che con il suo team sta monitorando gli eventi straordinari accaduti in Siria. "Siamo in contatto con i partner nella regione" aveva fatto sapere un portavoce della Casa Bianca ai giornalisti. Dalla California, il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan, ha detto che gli Stati Uniti non si sarebbero "tuffati militarmente nel mezzo di una guerra civile in Siria".
Raid israeliano su Centro ricerca scientifica di Damasco
La televisione siriana, stando a quanto riportano media israeliani e arabi, ha riferito che aerei dello Stato ebraico hanno attaccato il Centro di ricerca scientifica Sars vicino Damasco.
Intensi scontri tra filo-turchi e Pkk a Manbij
Intensi e prolungati scontri armati sono in corso nel nord della Siria al confine con la Turchia tra fazioni armate filo-turche e loro rivali curdi dell'ala locale del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Lo riferiscono fonti locali a Manbij, a nordest di Aleppo, mentre fonti di stampa locali, vicine ai gruppi armati cooptati da Ankara, affermano che la città di Manbij è ormai sotto il controllo delle milizie arabo-sunnite filo-turche.
Intanto le forze curdo-siriane espressione del Pkk anti-turco accolgono con favore la caduta del regime del presidente siriano Bashar al-Assad. Ilham Ahmed, copresidente del Dipartimento per le relazioni estere dell'Amministrazione autonoma del nordest della Siria (Aanes), ha dichiarato che "l'era della tirannia è finita", invitando a "unire gli sforzi dei siriani per un futuro migliore, fondato sulla giustizia e sulla democrazia".
Aanes ha sottolineato di aver "fatto ogni sforzo, durante gli anni di crisi, per trovare soluzioni pacifiche alle sfide della Siria", ma che "il regime siriano non ha risposto a queste iniziative", si legge in una dichiarazione. L'Aanes ha ribadito il proprio "impegno per un dialogo costruttivo, invitando tutte le parti siriane a collaborare per plasmare il futuro del paese". E ha espresso la propria "disponibilità al dialogo con tutte le parti siriane» per «tracciare il percorso verso una Siria unita e democratica".
Il leader dei ribelli 'ha baciato la terra' al suo arrivo a Damasco
I ribelli guidati dalla milizia islamista Haiat Tahrir al-Sham (Hts) hanno annunciato l'arrivo del loro capo, Abu Mohammed al-Jolani (vero nome Ahmed al-Sharaa) a Damasco, diverse ore dopo la presa della capitale siriana.
Il leader Ahmed al-Sharaa "si è prostrato e ha baciato la terra" al suo arrivo a Damasco, ha annunciato il canale Telegram della coalizione ribelle, che mostra una foto di al-Jolani inginocchiato su un prato.
Secondo un'agenzia di monitoraggio marittimo, una petroliera iraniana era in rotta per attraversare il canale di Suez per raggiungere la Siria, ma ha fatto inversione a U dopo la caduta del regime di al-Assad. Secondo TankerTrackers, la petroliera iraniana Suezmax LOTUS, che avrebbe dovuto consegnare circa 750'000 barili di greggio iraniano alla Siria.Now that the Assad regime in Damascus has fallen, we see that the Iranian Suezmax tanker LOTUS (9203784) has made a u-turn in the Gulf of Suez. She was due to deliver ~750K barrels of Iranian crude to Syria but is now returning to Iran. Fuel shortages expected. #OOTT pic.twitter.com/wwd8gm3vAu
— TankerTrackers.com, Inc. (@TankerTrackers) December 8, 2024
I ribelli prendono il controllo del valico di frontiera di Kassab con la Turchia
I combattenti dell'opposizione hanno diffuso un filmato che mostra come abbiano preso il controllo del valico di frontiera di Kassab con la Turchia. Il valico si trova nel governatorato di Latakia ed è stato anch'esso preso dai ribelli durante la guerra civile, circa un decennio fa.
Le forze di opposizione siriane annunciano il coprifuoco a Damasco
L'opposizione siriana ha dichiarato il coprifuoco nella capitale dalle 16:00 alle 5:00. La mossa arriva dopo che i combattenti hanno preso il controllo della capitale questa mattina, mentre il presidente al-Assad, a quanto si dice, l'ha abbandonata.
‘Troppo presto per sapere l'impatto sui rifugiati in Svizzera’
A dirlo Elham Manea, professoressa all'università di Zurigo e specialista del Medio Oriente
Le forze di opposizione: 'Non ci fermeremo qui'
In un post su Telegram, le forze di opposizione siriane impegnate nell'operazione Alba della Libertà, per lo più sotto il controllo dell'Esercito nazionale siriano, affermano di aver preso il controllo di numerosi villaggi nella Siria settentrionale.
Mosca conferma: 'Assad ha lasciato la Siria'
Il ministero degli Esteri russo ha confermato che Bashar al Assad ha lasciato la Siria dopo essersi dimesso da presidente. "A seguito dei negoziati tra Assad e alcuni partecipanti al conflitto armato sul territorio della Siria, Assad ha deciso di lasciare la carica presidenziale e ha lasciato il Paese, dando istruzioni per effettuare pacificamente il trasferimento del potere", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo. "La Russia non ha partecipato a questi negoziati", si sottolinea nella nota.
Al Mazzeh: gli israeliani attaccano la base militare
Dopo quanto annunciato da Al Jazeera, altri media riferiscono di una (o più) esplosione avvenuta nei pressi di Al Mazzeh. Secondo più fonti sarebbe stato colpito un deposito di armi nella base aerea di Mezzeh, nella capitale siriana Damasco, che ospitava armi strategiche delle forze armate siriane. Sarebbe stato preso di mira e distrutto da un attacco aereo israeliano.
Esplosioni ad Al Mazzeh, nel sud-ovest del centro di Damasco
Secondo Al Jazeera ci sarebbero state delle esplosioni ad Al Mazzeh, comune che si trova nel sud ovest di Damasco
Turchia: 'Il governo siriano è caduto, contatti coi ribelli'
"Il governo siriano è collassato" e il controllo del Paese "è passato di mano". Lo ha detto il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, spiegando che Ankara "è in contatto" con i ribelli per garantire "la sicurezza" all'interno della Siria.
La bandiera dell'opposizione siriana è stata srotolata all'ambasciata di Atene
La bandiera dell'opposizione siriana è stata spiegata presso l'ambasciata siriana ad Atene, poche ore dopo che le forze di opposizione avevano dichiarato di aver preso Damasco. Lo riferisce Al Jazeera.
Secondo l'agenzia di stampa greca ANA, almeno tre uomini sono entrati nell'ambasciata e hanno spiegato la bandiera, che è stata vista pendere dal tetto dell'edificio.
Gli agenti sono stati inviati sul posto e tre uomini sono stati arrestati, ha aggiunto. La polizia non ha risposto alle richieste di commento dell'AFP. Un uomo è stato visto sul balcone dell'ambasciata mentre stringeva in mano un ritratto di al-Assad e gridava "dittatore".
I siriani fuggiti in Grecia quando venne instaurato il regime di al-Assad nel 1970 si recarono all'ambasciata per festeggiare. "Ventiquattro milioni di siriani non hanno dormito tutta la notte", ha affermato Nader Halbouni, un alto funzionario della comunità siriana in Grecia.
Per oggi è previsto un raduno di siriani in Grecia. Decine di migliaia di siriani sono fuggiti in Grecia durante l'ondata migratoria di massa del 2015, la maggior parte dei quali con l'obiettivo di raggiungere la Germania e altri ricchi stati dell'Unione Europea. Secondo il Ministero delle migrazioni, più di 15'000 siriani hanno un permesso di soggiorno in Grecia.
Media: 'Mistero sull'aereo con Assad, è sparito dai radar'
L'aereo, su cui sarebbe partito Bashar al Assad "da Damasco è scomparso improvvisamente dai radar dopo qualche minuto di volo, dopo una virata di 180 gradi verso la costa". Lo riportano i media israeliani, citando Reuters che parla di "mistero". "Ci sono alte probabilità che sia morto nell'incidente aereo", sottolineano fonti siriane alla Reuters, secondo quanto riportano i media.
L'esercito israeliano dichiara zone militari chiuse sulle alture del Golan occupate
Ha imposto le zone sul lato israeliano del confine di fatto con la Siria. In una dichiarazione militare si afferma che le aree agricole attorno a Merom Golan, Ein Zivan, Buq'ata e Khirbet Ein Hura saranno chiuse ai civili.
Gli agricoltori potranno accedere ad alcune aree all’interno delle zone “per periodi di poche ore, in base alle esigenze dei militari” in coordinamento con le forze israeliane.
Ecco come si presenta la situazione oggi, domenica 8 dicembre. In verde il terreno conquistato dai ribelli siriani, una coalizione che, lo ricordiamo, è composta da vari gruppi e forze armate. Vi è un dato che è importante sottolineare: le zone passate sotto il controllo delle forze di opposizione siriane sono state prese senza esserci stati dei veri e propri combattimenti.
Ecco il momento dell'arresto del primo ministro siriano Assad al-Jalali. (Fonte video: X, @sentdefender)Syrian Prime Minister Mohammad Ghazi al-Jalali was seen leaving his Home in the Capital of Damascus early this morning, being escorted by several Armed Rebels to a nearby Car. Al-Jalali was then taken to a Hotel in Downtown which is being used as a Temporary Operations Center,… pic.twitter.com/FlgWPmOaBt
— OSINTdefender (@sentdefender) December 8, 2024
In un video dei ribelli 'l'arresto del premier siriano al-Jalali'
Un video postato dai ribelli siriani mostra quello che viene descritto come l'arresto del primo ministro siriano Assad al-Jalali, proprio mentre si stava recando a un incontro con la loro leadership in un hotel di Damasco. Il leader dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, aveva dichiarato che il premier al-Jalali sarebbe rimasto in carica per garantire la transizione dei poteri in Siria. Lo stesso premier ha espresso il desiderio di libere elezioni da tenersi nel Paese.
Assaltata l'ambasciata iraniana a Damasco
L'ambasciata iraniana a Damasco è stata attaccata da un gruppo di uomini armati: lo ha riferito l'agenzia iraniana IRNA, dopo che le immagini dell'attacco sono state diffuse dalla TV. Intanto il personale dell'ambasciata dell'Iraq a Damasco è stato evacuato verso il Libano, secondo quanto rivela una fonte diplomatica.
E nel frattempo la televisione di stato siriana ha mandato in onda un messaggio in cui si proclama la "vittoria" dell'insurrezione e la caduta del "regime criminale" di Bashar Al Assad dopo la caduta di Damasco. "Vittoria della grande rivoluzione siriana e caduta del criminale regime di Assad", si legge in un messaggio scritto mandato in onda su uno sfondo rosso. In un video mandato in onda si vede una persona che legge un proclama dalla "Sala operativa della conquista di Damasco".
Funzionario degli Emirati Arabi Uniti: 'La Siria non è fuori pericolo'
Il consigliere diplomatico del presidente degli Emirati Arabi Uniti afferma che la Siria non è ancora fuori pericolo e che l'estremismo e il terrorismo restano una preoccupazione principale. Ha aggiunto di non sapere se Bashar al-Assad si trovi o meno negli Emirati Arabi Uniti.
"Non lo so", ha detto Anwar Gargash ai giornalisti a margine del dialogo sulla sicurezza di Manama in Bahrein, quando gli è stato chiesto se Assad si trovasse negli Emirati Arabi Uniti. Gargash ha anche affermato che Assad non aveva mai utilizzato prima la "linea di salvataggio" offertagli da vari paesi arabi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti.
L'analisi di Trump: 'Assad è fuggito perché Mosca l'ha abbandonato'
Secondo il presidente eletto americano, Donald Trump, il presidente siriano Bashar Al Assad "è fuggito" dalla Siria perché ha perso il sostegno del suo protettore russo. "Assad non è più lì. È fuggito dal suo Paese. Il suo protettore, la Russia, diretta da Vladimir Putin, non intende più proteggerlo", ha scritto il tycoon, che si trova a Parigi, sul suo social Truth. Secondo Trump, Mosca "ha perso ogni interesse per la Siria a causa dell'Ucraina, dove quasi 600'000 soldati russi sono feriti o morti in una guerra che non avrebbe mai dovuto iniziare e che potrebbe durare in eterno".
Il Premier siriano: 'Ora si tengano libere elezioni'
Il primo ministro siriano, Ghazi al-Jalali, al quale le milizie ribelli vincitrici hanno riconosciuto un ruolo di garanzia fino al ricambio ufficiale del potere, ha detto in un'intervista con l'emittente Al Arabiya che la Siria dovrebbe ora tenere "libere elezioni affinché il popolo possa scegliere chi debba guidarli". Al-Jalali aveva già detto di avere contattato il comandante dei ribelli, Abu Mohammed al-Jolani, con il quale ha detto di essersi accordato sulla transizione.
Il Comandante delle milizie curde: 'Storica caduta di un dittatore'
Il comandante in capo delle Forze democratiche siriane, una coalizione dominata dai miliziani curdi, ha salutato il momento "storico" della caduta del presidente Bashar al-Assad dopo un regime durato quasi un quarto di secolo seguito ai 30 anni del regime del padre Hafez. "Stiamo vivendo momenti storici in Siria mentre assistiamo alla caduta del regime dittatoriale di Damasco", ha annunciato in una nota il comandante Mazloum Abdi. "Questo cambiamento è un'opportunità per costruire una nuova Siria basata sulla democrazia e sulla giustizia, che garantisca i diritti di tutti i siriani", ha aggiunto.
Il caos all’aeroporto di Damasco, tra gente che non sa dove andare e voli cancellati. (Fonte video: X, @sentdefender)At Damascus Airport, Footage captures a scene of complete Chaos as Staff and Security Personnel suddenly vanish, leaving Travelers in a state of Panic, with many running in all directions. Meanwhile, Flights are abruptly Canceled, adding to the Confusion. pic.twitter.com/y2PXHLf1Sk
— OSINTdefender (@sentdefender) December 8, 2024
Liberati i prigionieri del 'mattatoio umano' di Sednaya
Intanto i ribelli sunniti siriani che hanno conquistato Damasco hanno fatto appello a "salvaguardare i beni dello stato siriano 'libero'". I ribelli hanno anche annunciato di aver rilasciato tutti coloro che sono stati "ingiustamente detenuti" sotto il presidente Bashar al-Assad. È stata fatta irruzione nel famigerato carcere militare di Sednaya. L'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, ha dichiarato che "le porte della famigerata prigione di Sednaya, nota come 'mattatoio umano', sono state aperte per migliaia di detenuti che sono stati imprigionati dall'apparato di sicurezza durante tutto il governo del regime".
'Compagni, non toccate le istituzioni pubbliche a Damasco'
Il leader della coalizione ribelle ha invitato i suoi combattenti a non avvicinarsi alle istituzioni pubbliche di Damasco. "A tutte le forze militari nella città di Damasco, è severamente vietato avvicinarsi alle istituzioni pubbliche, che rimarranno sotto la supervisione dell'ex primo ministro fino a quando non saranno ufficialmente consegnate", ha scritto su X il leader del gruppo ribelle siriano Hayat Tahrir al-Sham, Abu Mohammed al-Jolani, usando il suo vero nome - Ahmed al-Sharaa - invece del suo pseudonimo. "È vietato sparare in aria", ha aggiunto.
I ribelli: 'Al premier controllo istituzioni pubbliche'
Il comandante dei ribelli ha annunciato che le istituzioni pubbliche siriane resteranno sotto il controllo del primo ministro fino al "passaggio ufficiale delle consegne".