Commenti e riflessioni dei partiti elvetici sul secondo mandato del tycoon americano, chi ottimista, chi critico
L'elezione di Donald Trump a presidente degli Usa ha suscitato opinioni divergenti nel panorama politico elvetico. Essa "significa incertezza per la Svizzera", ha ad esempio commentato il presidente del Plr Thierry Burkart ai microfoni del programma della SRF "Rendez-vous". Stando al politico argoviese il nuovo presidente degli Stati Uniti non ha un programma elettorale chiaro e la sua elezione significa anche imprevedibilità in termini di politica estera.
Dal canto suo il capogruppo dell'Udc in Consiglio nazionale Thomas Aeschi ha dichiarato alla radio che c'è grande preoccupazione per la crescente divisione del mondo in blocchi, ossia Stati Uniti, Cina ed Europa. "Questo rende più difficile per la Svizzera, che è fortemente orientata all'esportazione, servire i suoi mercati di vendita". Aeschi ritiene tuttavia che la politica di neutralità elvetica potrebbe conoscere una "rinascita in questo mondo sempre più polarizzato", similmente a quanto accaduto durante la Guerra fredda. "Vedo sicuramente un potenziale per la Svizzera in qualità di mediatrice", ha afferma il democentrista.
La consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Centro) ha dichiarato alla radio che l'Europa farebbe bene a rafforzarsi per non rimanere schiacciata tra i blocchi. In quanto piccola economia, la Svizzera ha tutto l'interesse a perseguire una politica insieme a un'Europa forte.
Il copresidente del Ps Cédric Wermuth ha affermato da parte sua che il ruolo della Svizzera dopo l'insediamento di Trump sarà quello di insistere, insieme ad altri Paesi, sull'importanza degli accordi internazionali e del sostegno all'Ucraina. Lo stesso partito che Wermuth presiede (assieme alla copresidente Mattea Meyer) ha scritto su X che l'elezione di Donald Trump mette a rischio la democrazia e i diritti fondamentali. "In tutto il mondo, l'estrema destra incita all'odio contro i migranti, attacca i diritti delle donne e nega la crisi climatica", ha dichiarato il Ps.
La presidente della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale Priska Seiler-Graf (Ps), ha espresso la sua preoccupazione per le conseguenze geopolitiche dell'elezione di Trump e si è detta "profondamente preoccupata" in un post sul social X.
Anche la sua collega nella Camera del popolo Corina Gredig (Pvl) ha scritto sulla stessa piattaforma che gli Stati Uniti stanno seguendo una rotta pericolosa e che la Svizzera dovrebbe rafforzare le sue relazioni con l'Europa. La Confederazione non può più permettersi un atteggiamento isolazionista, ha dichiarato dal canto suo la "senatrice" Marianne Binder (Centro).