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Ultimi scampoli di battaglia elettorale negli Stati Uniti

Trump minaccia di imporre dazi del 25% al Messico, Harris Domani si conclude una campagna tre le più ‘elettriche’ della storia

‘Early voting’ a Miami
(Keystone)
4 novembre 2024
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L'America va alle urne per un duello all'ultimo voto in un clima tesissimo, con lo spettro di incidenti, rivolte e contestazioni legali. L'allerta è massima, con nuove alte recinzioni metalliche e barricate intorno alla Casa Bianca, a Capitol Hill e alla residenza della vicepresidente nonché candidata presidenziale democratica Kamala Karris: misure che ricordano quelle prese dopo il famigerato attacco al Congresso del 6 gennaio da parte dei fan di Donald Trump. Mentre la guardia nazionale è già stata mobilitata a scopo precauzionale in alcuni Stati, tra cui Washington e Oregon - dove nei giorni scorsi sono state incendiate decine di contenitori di schede elettorali - ma anche in quello in bilico del Nevada.

Alcuni timori sono legati alla riorganizzazione di gruppi di destra pro Trump, tra cui i Proud Boys, in primo piano nell'attacco al Capitol. E a quanto potrebbe succedere se il tycoon dichiarerà la vittoria a prescindere dall'esito del voto, preparandosi a sfidare un'eventuale sconfitta nei tribunali e forse anche al Congresso. Rinnovando le accuse di brogli lanciate nel 2020 - questa volta con la cassa di risonanza di Elon Musk e della sua piattaforma X - in particolare contro quel voto anticipato con cui circa metà Paese (lui compreso) ha già espresso la sua preferenza: 80 milioni di elettori, contro i 158 complessivi del 2020.

Testa a testa

In ballo non c'è solo l'elezione del nuovo presidente ma anche il rinnovo del Congresso (la Camera per intero, il Senato per un terzo), che sarà decisivo per rafforzare o limitare e controllare i poteri del commander in chief. La più potente democrazia del mondo arriva al 5 novembre a conclusione di una campagna elettorale lunghissima, velenosissima e ricca di colpi di scena, tra processi e attentati a Donald Trump e la candidatura di Kamala Harris dopo il ritiro forzato di Joe Biden a seguito del disastroso dibattito col tycoon. Una gara che tiene col fiato sospeso tutto il mondo e che segnerà un bivio comunque storico in America: Kamala potrebbe diventare la prima donna, per di più di colore, ad entrare alla Casa Bianca mentre The Donald sarebbe il primo presidente dal XIX secolo a rivincere dopo aver perso il secondo mandato consecutivo, e il primo con una condanna penale. Ma per molti media e analisti potrebbe essere anche un bivio per la democrazia americana, dopo i ripetuti allarmi sul rischio di una deriva autoritaria con un bis di Trump.

Il duello resta un testa a testa senza precedenti sia a livello nazionale (dove la vicepresidente è leggermente avanti) sia nei sette Stati in bilico, quelli decisivi per la vittoria, con scarti sempre dentro il margine di errore. Nel loro ultimo giorno di campagna i due sfidanti hanno lanciato i loro appelli finali per conquistare gli indecisi e mobilitare la base.

Harris ha scelto di fare due comizi in Pennsylvania, lo Stato in bilico più importante: prima a Pittsburgh e poi a Filadelfia, la culla della democrazia americana, insieme a Lady Gaga e Oprah Winfrey, due delle tante esponenti dello star system che la appoggia. Il suo staff ha fatto trapelare segnali di recupero e ottimismo, accusando Trump di chiudere la sua campagna "totalmente tra le tenebre e la rabbia".

In effetti il tycoon, anche lui in Pennsylvania dopo una tappa in North Carolina (dove ha minacciato dazi al 25% sull'import del Messico se non ferma i migranti) e prima del comizio finale in Michigan, ha alzato i toni. Forse troppo anche secondo la sua campagna, che teme possa aver compromesso una vittoria già in tasca. Tanto che in una e-mail allo staff, la campaign manager Susie Wiles usa frasi tipo "se dovessimo essere vittoriosi", "indipendentemente dall'esito delle elezioni" e "se Dio vuole", riconoscendo secondo Axios che la corsa potrebbe concludersi anche non a favore di Trump. Mentre Nikki Haley si è spesa in un editoriale sul Wall Street Journal per difendere il tycoon, invitando gli indecisi che amano le sue politiche ma non i suoi toni e i suoi eccessi a considerare il costo degli ultimi quattro anni di Biden-Harris.

I momenti clou di Usa 2024

Dall’attentato al ritiro di Biden
E le ultime sorprese

A solo un giorno dalle elezioni americane, ecco alcuni dei momenti salienti di questi mesi di campagna elettorale.

  • 27 GIUGNO 2024, IL DIBATTITO - Donald Trump e Joe Biden si affrontano nel primo e unico duello tv sulla Cnn da Atlanta. Un confronto dal quale il presidente esce chiaramente sconfitto e dopo il quale inizierà il processo doloroso e complicato per il suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca.
  • 13 LUGLIO, IL PRIMO ATTENTATO - Durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, Trump viene colpito e ferito dal ventenne Thomas Matthew Crooks con un fucile di precisione AR-15 dal tetto di un edificio nelle vicinanze. Lo scatto del tycoon che si rialza con il pugno alzato e l'orecchio sanguinante è diventata una delle immagini simbolo di queste elezioni.
  • 15 LUGLIO, LA CONVENTION REPUBBLICANA - A soli due giorni dall'attacco a Trump si apre la kermesse del Grand Old Party a Milwaukee. Il tycoon si presenta con l'orecchio fasciato - come molti suoi sostenitori in segno di solidarietà - e a sorpresa sceglie il controverso senatore dell'Ohio JD Vance come vice.
  • 22 LUGLIO, IL RITIRO DI BIDEN - Dopo settimane drammatiche in seguito alla tragica performance al dibattito tv, Biden annuncia il suo ritiro dalla corsa "per il bene degli Stati Uniti" e dà il suo endorsement ufficiale alla vice Kamala Harris. Qualche mese dopo lei racconterà di aver ricevuto la storica telefonata del presidente mentre era in cucina, in tuta, a preparare i pancake per le sue nipoti.
  • 6 AGOSTO, LA SCELTA DEL VICE DI HARRIS - Il governatore del Minnesota Tim Walz viene nominato candidato alla vice presidenza democratica. Preferito al più combattivo governatore della Pennsylvania Johs Shapiro, Walz si presenta come "insegnante" e "coach", una figura rassicurante per attirare i voti degli indecisi.
  • 19 AGOSTO, LA CONVENTION DEM - Si apre a Chicago la kermesse del partito, il momento più alto della campagna di Kamala Harris con l'entusiasmo dei delegati alle stelle grazie anche alla presenza sul palco dei pezzi da novanta del partito, da Hillary Clinton a Michelle e Barack Obama.
  • 10 SETTEMBRE, IL DIBATTITO TRA HARRIS E TRUMP - La prima e unica sfida tra i due candidati (la democratica proporrà un altro duello, rifiutato dal repubblicano) viene trasmessa sulla Abc news da Filadelfia. I commentatori sanciscono la vittoria ai punti di Harris ma tutti si ricorderanno solo dell'accusa di Trump agli immigrati haitiani di "rapire e mangiare cani e gatti", diventata poi anche una canzone di successo.
  • OTTOBRE E LE SUE SORPRESE - L'ultimo mese di campagna è stato caratterizzato soprattutto dai violenti attacchi di Trump, le gaffe di Biden e le risposte di Harris. Da una parte all'evento al Madison Square Garden un comico trumpiano ha definito Puerto Rico "isola spazzatura", suscitando l'ira dei milioni di portoricani negli Stati Uniti ma anche di star del calibro di Jennifer Lopez e Bed Bunny. Biden ha provato a replicare definendo "spazzatura" gli elettori del tycoon, una scivolata malamente corretta dalla Casa Bianca. The Donald, invece, ha sostenuto che bisognerebbe "puntare le pistole contro" la sua arci-nemica Liz Cheney e che "non gli dispiacerebbe che sparassero ai media". Harris ha provato a prendere le distanze dal suo capo - "la mia presidenza sarà diversa da quella di Biden" - e a sottolineare la pericolosità della retorica violenta di Trump.