Estero

Il mesto e malinconico addio di Joe Biden

Il presidente uscente, a tre giorni dal voto, è sempre più distante dalla campagna di Kamala Harris

Joe Biden
(Keystone)
2 novembre 2024
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Dopo aver mandato nel panico il team di Kamala Harris dando della "spazzatura" ai seguaci di Donald Trump, Joe Biden si è fatto rider dietro mordicchiando (scherzosamente) un bambino mascherato da pollo a una parata di Halloween. Con la legacy di oltre 50 anni a Washington più in gioco che mai, il presidente è tornato oggi a Scranton, tra le miniere di carbone abbandonate della Pennsylvania dove è nato, per "impegni politici" tenuti nel vago fino all'ultimo.

Si è consumato così, a tre giorni dal voto, l'epilogo malinconico di una presidenza salutata nel 2020 con un senso collettivo di sollievo per un'America in ripartenza, di nuovo unita in nome di valori democratici condivisi, e pronta a tornare ad esercitare la sua leadership internazionale.

Dal successo quasi insperato del 2020 con Kamala al fianco alla mesta panchina da pensionato del 2024, prima estromesso e faticosamente convinto al ritiro, poi alla finestra della campagna Harris che di fatto lo ha imbavagliato anche prima della gaffe sulla "spazzatura": per minimizzare la quale la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha rivisto il transcript ufficiale con il ricorso ad un conveniente (ma contestato dagli stenografi) genitivo sassone che avrebbe puntato la critica non sui trumpiani bensì sul singolo comico che aveva attaccato Portorico nel comizio del tycoon al Madison Square Garden.

Pur avendo fatto campagna con l'ex presidente Barack Obama e con altri luminari dem, sono ormai due mesi che Kamala non si fa vedere con l'uomo che nel 2020 l'aveva scelta come vice. Secondo Chuck Rocha, uno stratega dem, bene sta facendo la Harris a prendere le distanze, per triste che sia: "Deve voltare pagina. Gli vuole bene e lo rispetta, ma deve uscire dalla sua ombra per diventare agente di cambiamento".

Biden, agli eventi di Kamala, è chiaramente persona non grata. Mentre lei riempie gli stadi con decine di migliaia di sostenitori, lui si limita a brevi apparizioni davanti a poche centinaia di persone, restando su temi sicuri, e tuttavia non è ancora abbastanza. Con alle spalle una carriera di papere così vasta che lui stesso si è autodefinito "una macchina sforna gaffe", Biden ha approfittato di una breve sosta in New Hampshire per far sapere di voler "mettere Trump sotto chiave". "Politicamente", si è subito corretto, ma il danno era fatto.

Dal giorno del trionfo, con un voto popolare senza precedenti (75 milioni di preferenze) e la promessa di "restituire l'anima" al Paese, sembrano passati anni luce. C'è stata, a fare da spartiacque tra allora e adesso, la disastrosa performance del dibattito del 27 luglio in cui i quasi 82 anni di Biden (li compirà il 20 novembre) sono sembrati troppi anche ai seguaci più affezionati