La rivelazione nell’ultimo libro di Bob Woodward. Mosca avverte: ‘Aumenta il pericolo di una guerra nucleare’
Nel settembre 2022, sette mesi dopo l'invasione russa dell'Ucraina, l'intelligence Usa avvisò la Casa Bianca che Vladimir Putin stava seriamente considerando di usare armi nucleari per evitare imbarazzanti sconfitte, aumentando i rischi di una tale mossa dal 5-10 al 50%. Fu allora che Joe Biden ordinò al consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan di "mettersi in contatto con i russi" e "dire loro cosa faremo in risposta", suggerendogli di usare un linguaggio minaccioso ma non troppo forte. Lo stesso commander in chief contattò direttamente Putin con un messaggio, mettendolo in guardia sulle "conseguenze catastrofiche" nel caso fosse ricorso alle armi atomiche.
È uno dei retroscena rivelati dal leggendario reporter del Watergate Bob Woodward nel suo ultimo libro ‘War’, insieme alle telefonate che Donald Trump avrebbe continuato a fare allo zar dopo la fine del mandato, regalandogli prima dei kit per i test Covid. Telefonate negate dal Cremlino, che però ha confermato l'invio dei test, mentre la portavoce del Ministero degli esteri russo Maria Zakharova ha avvisato che il pericolo di una guerra nucleare "è seriamente aumentato" a causa delle "politiche distruttive dell'Occidente". "Su questo avvertiamo chiaramente sia gli Stati Uniti sia gli altri membri della Nato che seguono la linea americana", ha ammonito. "Invece che agire sconsideratamente lungo la rotta americana, si dovrebbe tornare in sé e rendersi pienamente conto delle conseguenze catastrofiche di cui è irta la loro linea provocatoria ed estremamente pericolosa", ha aggiunto Zakharova.
Secondo Woodward, l'intelligence Usa aveva informazioni su "conversazioni altamente sensibili e credibili dentro il Cremlino" che Putin avrebbe utilizzato armi nucleari tattiche se le forze ucraine avessero circondato i 30'000 soldati russi nella città meridionale di Kherson. Solo pochi mesi prima, le truppe ucraine avevano sbalordito i russi riconquistando Kharkiv, la seconda città più grande dell'Ucraina, e stavano marciando per liberare Kherson, situata strategicamente sul fiume Dnepr. Sullivan avrebbe fissato "con terrore" la valutazione degli 007, secondo il libro. Woodward scrive che Biden chiamò anche Xi Jinping per parlare della necessità della deterrenza e che il presidente cinese accettò di ammonire Putin.
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Il giornalista Bob Woodward
Il capo del Pentagono Lloyd Austin contattò invece il suo omologo russo Sergei Shoigu nell'ottobre 2022, in una telefonata tesissima secondo il libro. "Sappiamo – gli avrebbe detto – che state contemplando l'uso di armi nucleari tattiche in Ucraina. Qualsiasi uso di armi nucleari su qualsiasi scala contro chiunque sarebbe visto dagli Stati Uniti e dal mondo come un evento che cambia il mondo. Non esiste una scala di armi nucleari che noi o il mondo potremmo ignorare". Mentre Shoigu ascoltava, scrive Woodward, Austin avrebbe insistito, notando che gli Usa non avevano dato a Kiev determinate armi e avevano limitato l'uso di alcune di quelle che avevano fornito, avvertendolo che tali vincoli sarebbero stati riconsiderati e assicurandogli che Cina, India, Turchia e Israele avrebbero isolato Mosca se avesse utilizzato armi nucleari. "Non prendo bene le minacce", gli avrebbe risposto Shoigu. "Signor ministro, sono il leader dell'esercito più potente della storia del mondo. Non faccio minacce", la replica di Austin.
Tra i retroscena anche le critiche di Biden all'allora presidente Barack Obama, di cui era il vice, per la gestione dell'invasione russa della Crimea e di una parte del Donbass nel 2014. "Hanno fatto un casino nel 2014", avrebbe detto Biden ad un caro amico a dicembre, denunciando la mancanza di azione per le azioni dello zar in Ucraina. "Barack non ha mai preso Putin sul serio", si sarebbe sfogato, aggiungendo che "non avrebbero mai dovuto lasciare che entrasse lì" nel 2014 e che gli Stati Uniti "non hanno fatto nulla".