Respinti dalla Corte di Cassazione transalpina i ricorsi presentati dall'islamologo svizzero
La Corte di Cassazione francese ha respinto i ricorsi presentati dall'islamologo svizzero Tariq Ramadan, come ha appreso l'Afp da una fonte giudiziaria. Questo rende definitivo il suo rinvio a giudizio con l'accusa di aver violentato tre donne tra il 2009 e il 2016.
Nei ricorsi Ramadan contestava le accuse. Il loro rigetto apre ora la strada al processo davanti alla Corte criminale del dipartimento di Parigi per la vicenda che ha preso il via alla fine del 2017 sulla scia del movimento #MeToo.
L'inchiesta nei confronti di Ramadan si era chiusa nel luglio 2023. Le autrici delle denunce hanno descritto rapporti sessuali particolarmente brutali. Il racconto di una delle vittime, che ha presentato un vestito macchiato dello sperma dell'islamologo, ha costretto Ramadan, che inizialmente aveva negato, ad ammettere a metà 2018 l'esistenza di rapporti extraconiugali con lei e con le ex amanti, improntati alla "dominazione": una confessione che aveva inferto una svolta importante al caso.
In settembre la Camera d'appello e di revisione penale di Ginevra ha condannato in seconda istanza Ramadan a 3 anni di carcere, di cui uno da scontare, per le accuse di violenza carnale e coazione sessuale nei confronti di una donna nel 2008. Personaggio molto controverso, l'islamologo oggi 62enne ha sempre negato le accuse. Nel maggio 2023 era stato assolto dal Tribunale penale di Ginevra.
In Francia Ramadan è accusato di stupro aggravato su una donna e di atti di violenza su altre due. L'islamologo e una quarta donna, Mounia Rabbouj, avevano presentato due ricorsi contrastanti, il primo chiedendo il non luogo a procedere, la seconda l'aggiunta di accuse che erano state stralciate.