Una mossa che va contro Francia e Germania. Nel mirino pure i formaggi. L’ira delle istituzioni europee
La Cina sanziona il brandy della Ue. La reazione del Dragone alla stretta anti sussidi di Bruxelles sulle e-car made in China non s'è fatta attendere: dall'11 ottobre i dazi antidumping "temporanei" colpiranno principalmente i produttori francesi, inclusi i quattro maggiori di cognac al mondo: Hennessy, Martell, Courvoisier (Campari) e Remy Martin, destinatari di aliquote, rispettivamente, al 39%, al 30,6%, al 34,8% e al 38,1%; per tutti gli altri player del comparto è al 34,8%.
La guerra commerciale sull'asse Pechino-Bruxelles è ormai lanciata. Parigi non l'ha presa bene e ha replicato con durezza alla mossa, ricordando la sia pur vaga promessa fatta dal presidente cinese Xi Jinping all'omologo Emmanuel Macron di non procedere con i dazi. "Va contro l'impegno preso dal presidente Xi durante la sua visita in Francia", ha tuonato la ministra del Commercio Sophie Primas, inquadrando la vicenda come uno sgarbo all'Eliseo. Ma la ritorsione della Cina "contro il cognac è stata solo l'inizio", secondo Alicia Garcia Herrero, capo economista per l'Asia-Pacifico di Natixis.
Il ministro del Commercio cinese, infatti, ha ufficializzato lo studio di misure in arrivo per far salire i dazi all'import di veicoli di grossa cilindrata, un settore che vale circa 18 miliardi di dollari e che vede la Germania in un ruolo dominante. Mentre è in corso l'indagine sulla carne suina (la Spagna ha un export verso la Cina di 1,3 miliardi di dollari) e sul lattiero-caseario che potrebbe colpire mozzarelle e parmigiano italiani.
Alla fine del procedimento, ha assicurato il ministero, sarà emessa "una decisione obiettiva ed equa in base ai risultati", ammonendo sull'adozione "di tutte le misure necessarie per salvaguardare i diritti e gli interessi legittimi delle industrie e delle imprese cinesi". Nel mirino, quindi, sono finiti tutti i principali Paesi europei, sia quelli che hanno votato a favore delle tariffe sulle e-car (Francia e Italia), sia gli astenuti (Spagna) sia i contrari (Germania). Per la Cina il mercato europeo è vitale per il suo export e ha la necessità di piegare le resistenze europee.
La Ue, da parte sua, ha risposto alle tariffe cinesi sul brandy quasi in tempo reale, in modo inedito. "La Commissione Ue contesterà al Wto l'imposizione di misure sul brandy - ha anticipato il portavoce Olof Gill -. Riteniamo siano infondate e siamo determinati a difendere l'industria Ue dall'abuso degli strumenti di difesa commerciale". E Bruxelles valuta anche "aiuti adeguati" ai produttori di brandy.