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Nasce la Commissione von der Leyen volume II

La Commissione von der Leyen volume due è un capolavoro di realismo politico – che tiene conto dei risultati alle europee – con un tocco sapiente nel mix geografico e di genere. Ma la star è chiaramente una sola: Ursula, la presidente d’Europa. Eliminati i rivali principali della precedente legislatura (Breton, per decapitazione, e Borrell, per consunzione naturale), von der Leyen usa come trampolino di lancio il rapporto Draghi – parola chiave: interconnessioni – e dà vita a una catena di comando “agile” concentrando il potere nelle mani di sei vicepresidenti esecutivi, vero e proprio direttorio del nuovo collegio. Con un dettaglio fondamentale: molte supervisioni cruciali resteranno a lei. Intanto quattro posizioni di vertice vanno ad altrettante donne, per compensare il fatto che in totale gli uomini occupano il 60% delle cariche, nonostante von der Leyen avesse chiesto apertamente la parità. Al di sotto del direttorio sfilano i restanti 20 commissari. I dossier economici restano saldamente nelle mani dei falchi. Maroš Šefcovic (Slovacchia) viene confermato e si occuperà di Commercio e Sicurezza economica, nonché, come fatto finora, delle relazioni e dei negoziati tra la Svizzera e la Commissione europea. ANSA/RED