medio oriente

L’Idf attacca un campo profughi a Khan Yunis, 19 morti

‘Covo di Hamas’. Israele ammette: ‘Attivista uccisa per errore’. ‘L'Iran ha fornito missili a Mosca’, sanzioni occidentali a Teheran

Un padre piange la morte del figlioletto ucciso nel raid
(Keystone)
10 settembre 2024
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Un nuovo raid israeliano, lanciato di notte sull'accampamento di sfollati di Mawasi, nel sud della Striscia di Gaza, ha provocato morti e feriti, e suscitato ancora una volta la condanna della comunità internazionale, preoccupata per le vittime civili in quella che doveva essere una "zona umanitaria" sicura per i palestinesi in fuga dai bombardamenti.

Ma Israele si è attirato anche l'ira degli Stati Uniti dopo che l'Idf ha ammesso di ritenere "molto probabile" di aver ucciso "indirettamente e involontariamente" l'attivista turco-americana Aysenur Ezgi Eygi, raggiunta da un colpo di pistola alla testa venerdì scorso vicino a Nablus, in Cisgiordania, mentre partecipava a una protesta in difesa di agricoltori palestinesi. L'esercito israeliano deve fare "cambiamenti fondamentali nel suo modo di operare in Cisgiordania, comprese le loro regole di ingaggio", ha tuonato il segretario di Stato Usa Antony Blinken da Londra, definendo la morte della 26enne "non provocata e ingiustificata".

Nuove missioni in atto

Proprio nelle stesse ore Israele ha ripreso con un'ampia presenza di truppe anche l'operazione militare ‘Summer Camps’ a Tulkarem, cominciata il 28 agosto scorso con raid anche a Jenin e Tubas. Sull'attacco a Mawasi - già nel mirino a luglio per eliminare il capo militare di Hamas Mohammed Deif - l'Idf ha spiegato di aver preso di mira "importanti terroristi che operavano da un centro di comando nella zona umanitaria", e di aver ucciso tre esponenti di spicco dell'organizzazione. Ma per la fazione islamica - che in un primo momento aveva parlato di 40 morti, per poi rivedere il proprio bilancio "provvisorio" a 19 morti e 60 feriti - "le accuse sulla presenza di combattenti della resistenza sono una palese menzogna".

Di "bugie e false informazioni" ha parlato a sua volta anche l'esercito israeliano, per smentire i 40 morti inizialmente riportati da Hamas e per spiegare di aver adottato, prima dell'attacco, le misure necessarie a ridurre al minimo i danni ai civili, tra cui una "lunga raccolta di informazioni" e una sorveglianza aerea continua nelle ore precedenti il raid. "L'attacco mirato", ha precisato l'Idf, era diretto contro Samer Ismail Khader Abu Daqqa, capo delle forze aeree di Hamas; Osama Tabash, responsabile della sorveglianza degli obiettivi nell'intelligence di Hamas; e Ayman Mabhouh, un altro alto ufficiale della fazione palestinese. Tutti e tre, ha sottolineato, erano "direttamente coinvolti nel massacro del 7 ottobre" e in altri attacchi contro le truppe a Gaza e contro Israele negli ultimi mesi. In un botta e risposta ormai consueto in questi 11 mesi di guerra, l'esercito è quindi tornato ad accusare Hamas di nascondersi nelle aree umanitarie, utilizzando i civili come scudi umani.


Keystone
Campo profughi a Khan Yunis

Sanzioni all’Iran per armi a Mosca

Anche l'Iran è tornato ad accusare Israele: "Con questi attacchi folli, il regime sionista ha dimostrato ancora una volta di non rispettare nessuna regola legale e internazionale e nemmeno le norme morali e umane", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani. Ma proprio l’Iran è tornato al centro della bufera, accusato - dagli Usa in primis, dagli alleati europei a ruota - d'aver iniziato a fornire missili balistici a Mosca in barba a tutti i moniti sulle "conseguenze" che ne sarebbero potute derivare: conseguenze tradottesi ora in un ulteriore pacchetto di sanzioni. A formulare la denuncia contro la Repubblica Islamica è stato Anthony Blinken, segretario di Stato americano, a margine di un faccia a faccia al Foreign Office con il ministro degli Esteri britannico, David Lammy.

Blinken ha rotto gli indugi, con Lammy al fianco, sostenendo che gli Usa hanno ormai le prove di un salto di qualità nella cooperazione missilistica fra l'Iran e le forze di Vladimir Putin. Secondo l'accusa, decine di militari russi sarebbero già stati addestrati in territorio iraniano all'uso di razzi a medio-corto raggio Fatah-360 (120 chilometri di gittata). "Missili balistici", ha detto il segretario di Stato, in parte trasferiti frattanto in Russia. E che Mosca "intende probabilmente usare nel giro di alcune settimane contro gli ucraini".

"Noi avevamo ammonito in privato l'Iran che un passo del genere avrebbe costituito una drammatica escalation", ha insistito quindi Blinken, rinfacciando alla nuova leadership iraniana di aver ripetutamente invocato una riapertura del dialogo, in particolare con l'Europa, per ottenere un alleggerimento delle sanzioni, ma di muoversi in realtà in tutt'altra direzione: "Con azioni destabilizzanti come queste, otterrà esattamente l'effetto opposto", ha tagliato corto.

Detto fatto, ecco le nuove sanzioni. Estese da Washington anche alla compagna di bandiera Iran Air; e riprodotte a stretto giro in una dichiarazione congiunta da Regno Unito, Francia e Germania, gli altri tre Paesi occidentali coinvolti a suo tempo negli abortiti negoziati con Teheran sul nucleare civile. Nel loro comunicato, Londra, Parigi e Berlino hanno evocato in dettaglio misure punitive "immediate" con l'interruzione dei servizi aerei con l'Iran (la cancellazione dei voli passeggeri è stata confermata dalle autorità britanniche fin da queste ore), assieme a restrizioni aggiuntive contro individui e organizzazioni sia russe sia iraniane legate al complesso militar-industriale, nonché contro il business delle navi cargo di Mosca sospettate di partecipare al trasporto di componenti missilistiche

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