Il rivale di Maduro alle ultime, contestatissime elezioni trova riparo in Spagna: ‘Nel suo Paese avrebbe rischiato la vita’
Duro colpo per l'opposizione venezuelana: dopo varie settimane senza apparire in pubblico, e nascondendo con cura dove fosse, Edmundo González Urrutia, principale avversario di Nicolás Maduro alle ultime presidenziali, è fuggito da Caracas per chiedere asilo alla Spagna. "Un giorno triste per la democrazia in Venezuela", ha commentato l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell.
La vita di González "era in pericolo", ha intanto fatto sapere la leader dell'opposizione, María Corina Machado, che ora si ritrova più sola e vulnerabile che mai nella sua lotta contro il ‘chavismo’ al potere. "Edmundo combatterà da fuori a fianco della nostra diaspora e io continuerò a farlo qui, accanto a voi", ha poi assicurato l'ex deputata liberale ai suoi sostenitori, scartando la possibilità di lasciare il Paese a sua volta.
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L’oppositrice María Corina Machado
La partenza di González ha colto di sorpresa i venezuelani contrari al regime, che all'indomani delle elezioni del 28 luglio sono scesi in piazza, sfidando la repressione, per denunciare brogli e invocare la proclamazione dell'ex ambasciatore come vincitore effettivo del voto, dopo che il Consiglio nazionale elettorale aveva annunciato frettolosamente il trionfo di Maduro, con il 52% delle preferenze, senza fornire alcuna prova.
L'opposizione sostiene che González abbia ottenuto più del 60% dei voti, con prove raccolte su un sito web che ha digitalizzato i registri di conteggio raccolti dai testimoni nei seggi. L'attuale governo, però, sostiene che si tratta di materiale fraudolento e pieno di incongruenze. "Il 10 gennaio 2025, il presidente eletto Edmundo González Urrutia presterà giuramento come presidente costituzionale del Venezuela e comandante in capo delle Forze armate nazionali", ha ribadito Machado. Dopo le elezioni, González è stato ospitato segretamente nell'ambasciata olandese a Caracas per oltre un mese su "sua urgente richiesta", ha rivelato il ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp. In seguito, avrebbe manifestato l'intenzione di lasciare la sede diplomatica olandese, trovando rifugio presso quella spagnola.
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‘Maduro assassino del Venezuela’
La Spagna, attraverso il ministro degli Esteri, José Manuel Albares, ha già reso noto che concederà l'asilo a González, nel frattempo atterrato alla base militare di Torrejón de Ardoz, a Madrid, dopo aver viaggiato a bordo di un velivolo della Forza aerea iberica. L'operazione diplomatica riguardante l'oppositore venezuelano è stata avviata due settimane fa, secondo Albares. Madrid insiste che l'asilo è stato chiesto dallo stesso González e nega negoziati con l'Esecutivo di Maduro. Ma un ruolo chiave sarebbe stato svolto anche dall'ex presidente José Luis Rodriguez Zapatero, che aveva assistito come osservatore alle presidenziali venezuelane.
González ha lasciato il suo Paese in compagnia della moglie, Mercedes, grazie a un salvacondotto concesso a entrambi dalle autorità venezuelane. Su di lui pendeva un mandato di arresto per diversi reati, tra cui "incitamento alla disobbedienza" e "cospirazione". L'ex candidato alla presidenza era stato chiamato a testimoniare tre volte, senza però comparire in nessuna di esse. Una volta confermata la sua partenza, il Servizio d'intelligence nazionale bolivariano (Sebin) ha allontanato gli agenti incappucciati che circondavano l'ambasciata argentina a Caracas, dove sono rifugiati sei oppositori. Un accerchiamento condannato dalla comunità internazionale e che rischiava di isolare ulteriormente anche sul fronte diplomatico il Venezuela di Maduro.