Dopo 55 giorni dai risultati delle elezioni legislative, con una guerra di posizione fra il presidente Emmanuel Macron, i centristi, la destra e il blocco del Nuovo Fronte Popolare, il gruppo più numeroso nell’Assemblée Nationale, il profilo dei possibili premier si precisa. Quella di ieri è stata una lunga giornata di caccia al premier, partita alle 8.45 con Bernard Cazeneuve, politico di lungo corso ricevuto per primo all’Eliseo, per concludersi con un nome che Macron ha tirato fuori dal cilindro: Thierry Beaudet. Un neofita della politica, un ‘tecnico’, che sancisce l’ingresso della Francia nel novero dei Paesi che si rivolgono, nell’impasse della politica, a un manovratore esterno. Beaudet è presidente del Cese, il Consiglio economico, sociale e ambientale, di fatto la ‘terza Camera’ francese. Ha 62 anni, ha consacrato gran parte della carriera al sociale, al mondo della previdenza, diventando presidente della Federazione nazionale delle ‘mutuelles’. Aveva aspramente criticato lo scioglimento del parlamento da parte di Macron, sul piano politico si è pronunciato per l’eutanasia e contro la legge sull’immigrazione, partecipando anche ad alcune manifestazioni di piazza. Viene descritto come uomo dalla grande capacità di ascolto degli interlocutori, grande lavoratore, riformatore. ANSA/RED