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Uno spiraglio per l’intesa dopo l’ennesima strage

Paesi negoziatori, diretti e indiretti, mantengono alta la pressione su Israele e Hamas affinché si arrivi a un buon esito dei colloqui di Ferragosto che decideranno sulla tregua temporanea a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Un accordo «è ancora possibile», incalza Joe Biden. E mentre il nuovo leader del movimento islamista Yahya Sinwar (che comunque non invierà suoi negoziatori diretti per i colloqui) fa trapelare di essere «interessato» a raggiungere un’intesa sulla base del piano in tre fasi proposto a inizio luglio da quest’ultimo, fonti della sicurezza israeliana citate da Channel 12 hanno riferito ieri che è possibile che i negoziatori finalizzino l’intesa giovedì, al Cairo o a Doha, e che questa possa essere messa in atto nei giorni successivi. Alti funzionari israeliani hanno definito questa tornata di incontri “l’ultima possibilità” per la liberazione degli ostaggi in cambio di un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia di Gaza.

Le armi però non tacciono. Sabato un attacco israeliano su una scuola di Gaza City ha provocato – secondo Hamas – almeno 93 morti, tra cui 11 bambini. L’esercito israeliano parla di “cifre gonfiate”, affermando che nella scuola c’era una “sala di comando di Hamas e della Jihad islamica” e che sono stati uccisi “19 terroristi”. Il tutto alla vigilia di una settimana cruciale, con l’intenso lavoro diplomatico degli Usa e degli alleati della regione per frenare i previsti attacchi di Hezbollah e dell’Iran dopo gli omicidi del consigliere militare di Nasrallah, Fuad Shukr, a Beirut e del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran. ANSA/RED