Dopo giorni di tensione crescente per le minacce di rappresaglia iraniana contro Israele sono arrivati alcuni tenui segnali in controtendenza. Secondo fonti della Casa Bianca, il pressing diplomatico di Joe Biden sta producendo risultati, tanto che Teheran “potrebbe riconsiderare l’entità della sua risposta” ed evitare quindi un attacco “pesante”, che a sua volta potrebbe scatenare una controreazione israeliana dagli esiti imprevedibili. La Repubblica islamica, almeno pubblicamente, continua a inviare messaggi ambigui, rivendicando il diritto a rispondere all’omicidio di Haniyeh, ma allo stesso tempo assicurando il suo impegno per la pace. Secondo fonti dell’amministrazione Biden, il regime ormai avrebbe ammesso in via non ufficiale che il capo di Hamas sia stato ucciso da una bomba piazzata in precedenza nella sua stanza, con la complicità di personale iraniano assoldato dal Mossad: derubricando l’assassinio a un’azione di spionaggio verrebbe meno l’esigenza di colpire Israele in grande stile. C’è poi l’aspetto della deterrenza. La volontà di Washington di mostrare i muscoli nella regione potrebbe anche far pensare due volte l’Iran a muoversi in modo troppo aggressivo. Washington al contempo lavora per scongiurare la guerra totale spingendo anche su Israele. La Casa Bianca ha riferito di un’intesa “mai così vicina” su un cessate il fuoco e il rilascio degli ultimi ostaggi. ANSA/RED