Estero

Venezuela, Maduro promette i risultati ma non li presenta

Il Consiglio nazionale elettorale, controllato dal governo, ha sospeso l'annuncio di un secondo bollettino con i dettagli di quanto emerso dalle urne

(Keystone)
1 agosto 2024
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Si fa sempre più asfissiante la pressione internazionale su Nicolás Maduro: i risultati ufficiali degli scrutini non sono ancora stati resi pubblici, a quattro giorni dalle presidenziali in Venezuela, e il ritardo aumenta il sospetto di brogli cavalcato dall'opposizione che per voce della sua leader, l'ex deputata liberale Maria Corina Machado, chiama i cittadini alla "mobilitazione" per "far prevalere la verità". Mentre il capo della diplomazia statunitense per l'America Latina, Brian Nichols, dichiara senza mezzi termini che il rivale di Maduro, Edmundo González Urrutia, ha ottenuto una vittoria "irrefutabile". Maduro – che le autorità elettorali hanno frettolosamente annunciato come trionfatore, all'indomani del voto del 28 luglio – per apparire neutrale ha chiesto l'intervento della Corte suprema e garantito di essere pronto a "pubblicare il 100% dei verbali" che proverebbero la sua regolare investitura. Ma sui documenti continua ad aleggiare il mistero. Ancor più dopo che il Consiglio nazionale elettorale (Cne), controllato dal partito al potere, ha improvvisamente sospeso l'annuncio di un secondo bollettino con i dettagli di quanto emerso dalle urne. Un tentativo di obbligare Maduro a pubblicare subito gli scrutini è stato compiuto dall'Organizzazione degli Stati americani (Osa), ma la risoluzione presentata da Stati Uniti, Argentina, Paraguay e Uruguay è clamorosamente naufragata a causa di undici decisive astensioni (tra le quali quelle più significative di Brasile e Colombia), nonché per cinque assenze, come quella ampiamente annunciata del Messico. Il flop non ha impedito al segretario generale dell'Osa, Luis Almagro, di chiedere addirittura alla Corte penale internazionale dell'Aia di far arrestare l'erede di Hugo Chávez per la repressione nel sangue delle proteste contro la sua rielezione in corso nel Paese sudamericano (almeno 14 morti e centinaia di arresti finora).